"La nomina del primario è illegittima", scatta il maxi risarcimento dell'Asur all'altro candidato

"La nomina del primario è illegittima", scatta il maxi risarcimento dell'Asur all'altro candidato
di di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Giugno 2021, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 03:38

FERMO - Colpo di scena nel processo che vede contrapposti il medico Daniele Strovegli e l’Asur Marche. La sezione Lavoro della Corte d’Appello di Ancona ha in parte accolto le richieste dell’ex candidato alla carica di primario di Anestesia e rianimazione dell’ospedale Murri, condannando l’Asur regionale al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese processuali. Di queste ultime dovrà farsi carico anche l’attuale primaria del reparto, Luisanna Cola, citata in giudizio assieme all’Asur. 

Effetto-vaccini: malati gravi azzerati. A giugno solo quattro nuovi ingressi di pazienti Covid nelle terapie intensive

La sentenza

Una sentenza che ribalta quella di primo grado, emessa dal Tribunale di Ancona nell’ottobre 2019, le cui motivazioni sono state rese note nei giorni scorsi.

La querelle risale al 2017, quando l’Asur ha indetto il concorso per la direzione del reparto dell’ospedale di Fermo. Nonostante Strovegli fosse arrivato primo e Cola seconda (77,56 punti contro 74,66), l’ex direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, affidò l’incarico a quest’ultima, allora facente funzione del reparto. Ne nacque un caso, pure politico. Strovegli, che arrivava da Torrette, fece ricorso. Adesso la svolta, con la Corte d’Appello che ha dato ragione al primo classificato, definendo «palesemente illegittimo» il conferimento dell’incarico a Cola. Che, però, resterà al suo posto. Perché, per legge, la nomina di un primario è «un provvedimento di natura discrezionale e fiduciaria di competenza esclusiva dell’Asur». 

Il risarcimento

Tradotto: Livini non era obbligato a nominare il primo tra i primi tre in graduatoria. A patto di «motivare analiticamente la scelta». Cosa che, per la Corte d’Appello, non ha fatto. Da qui la sentenza che ha ribaltato quella di primo grado, «richiamando i principi di correttezza, buona fede, legalità, buon andamento e imparzialità dell’amministrazione pubblica», spiega Strovegli, assistito dagli avvocati Simone Emiliani, del foro di Fermo, e Alessandro Lucchetti, del foro di Ancona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA