Palazzo Fontevecchia, rallentano i lavori per il museo. Il Comune: «Costretti a rescindere il contratto»

Palazzo Fontevecchia, rallentano i lavori per il museo. Il Comune: «Costretti a rescindere il contratto»
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Ottobre 2021, 08:55

FERMO - Ritardi nell’esecuzione dei lavori per realizzare il museo archeologico nell’ex collegio Fontevecchia. Completato il primo stralcio, il ritardo del secondo lotto di lavori ha superato il limite massimo, e quindi si procederà alla rescissione del contratto di appalto. Questa la direzione intrapresa dal Comune di Fermo.

 
La verifica
«La ditta è andata oltre i tempi massimi, e quindi dovremo vedere il da farsi – commenta il sindaco Paolo Calcinaro -. Con questo nuovo ritardo, devo ancora sottolineare come il codice degli appalti fa andare qualunque ditta ovunque, senza possibilità di verificare l’adeguatezza. In questo caso però i lavori rimasti non sono molti e solo sul secondo lotto». L’intera opera consta di tre fasi. La prima, già completata, prevedeva l’adeguamento sismico dell’edificio B, le finiture e gli impianti necessari a rendere operativo il piano terra dell’edificio. La seconda fase oggetto di lavori consiste nel rifacimento della copertura del corpo alcuni interventi di adeguamento sismico nel corpo centrale, alcune finiture e impianti al piano terra.


Lo stato attuale
«Alcune di queste opere strutturali sono ancora da completare – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Ingrid Luciani –: ciò che manca per finire i lavori sono il completamento della copertura del corpo di collegamento tra i due chiostri e alcuni lavori nel corpo centrale. Circa 300mila euro dei 900mila originari». Le strade, una volta rescisso il contratto, possono essere due. Si potrebbe procedere chiedendo al secondo nella graduatoria o si potrebbe indire una nuova gara.

La Luciani aggiunge che «grossi ritardi non ce ne dovrebbero essere, per il terzo lotto era stata fatta una gara a sé». In questo caso i lavori stanno procedendo, per le rifiniture finali, sistemare l’accesso alle Cisterne Romane, e dal chiostro, compresi gli altri lavori necessari a rendere fruibile l’opera nel suo complesso. «La rendicontazione dovrà avvenire entro il 30 giugno 2022» precisa la Luciani. In quella data infatti scadono i termini per dimostrare di aver speso e come i soldi ricevuti. L’opera è finanziata con fondi comunali, fondi europei e altri fondi che sono arrivati dagli stanziamenti della legge 61, quella del sisma del ‘97. Nel 2019 è stato approvato il progetto esecutivo, poi espletata la gara e l’aggiudicazione all’impresa con successiva stipula del contratto e consegna dei lavori. Poi la necessità di alcune lavorazioni in variante, approvate tra la fine del 2020 e l’inizio di quest’anno, e la necessaria proroga di 60 giorni rispetto ai termini originariamente previsti.


La strada
A luglio la messa in mora, poi il termine ultimo fissato nel 21 settembre. E ora la strada intrapresa verso la revoca del contratto con conseguente escussione della polizza. Sarebbe il secondo caso dopo quello dei giorni scorsi che ha visto coinvolta la ditta che ha avuto l’appalto per il ponte sull’Ete. Opera anche quella da concludere, per via dei finanziamenti, entro il prossimo anno. Per il ponte, però, il termine ultimo per l’altra scadrà il prossimo mese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA