Fermo, clandestini e abusivi, un altra retata: a Tre Archi controlli anche nei bar

Fermo, clandestini e abusivi, un altra retata: a Tre Archi controlli anche nei bar
Fermo, clandestini e abusivi, un altra retata: a Tre Archi controlli anche nei bar
di Sonia Amaolo
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Domenica 28 Giugno 2020, 07:25

FERMO - Proseguono i controlli delle forze dell’ordine a Lido Tre Archi negli appartamenti sgomberati e chiusi con la lastra d’acciaio per evitare nuove intrusioni. L’attività di questi giorni fa capire quanti senza fissa dimora, irregolari sono nel quartiere rivierasco fermano, basti dire che ne sono stati acciuffati in un pomeriggio quattro, una ucraina e gli altri africani con precedenti, diversi alias, senza documenti e a zonzo sul territorio.

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Le verifiche nei locali e in strada con posti di controllo della squadra mobile, la volante e la scientifica con il reparto prevenzione crimine di Pescara e l’unità cinofila della Guardia di Finanza hanno portato al fermo e all’identificazione di decine di persone appiedate o in bicicletta perlopiù. Un nigeriano senza documenti è stato accompagnato in questura, gli accertamenti dell’ufficio immigrazione hanno fatto scoprire che aveva parecchi alias ed era ricercato, la richiesta d’asilo non era stata accolta e cercava di sfuggire al fermo.
 
Clandestina anche una donna fermata, ucraina, il questore ne ha disposto l’obbligo di presentazione in giorni e orari stabiliti in caserma dai carabinieri o in questura. Un tunisino è stato arrestato, bazzicava da tempo per Lido Tre Archi, faceva parte della banda che occupava appartamenti altrui, che sono stati sigillati. Si tratta di uno spacciatore, un violento dedito a un po’ di tutto tra furti, spaccio, violenze e coltellate. Un magrebino si è dato alla fuga, si è messo a correre alla vista del poliziotto e ha perso le ciabatte, in via Nenni, vicino al ponte, ha continuato a correre a piedi scalzi, inseguito dal poliziotto che è caduto e si è fatto male, anche questo, si è scoperto, che è clandestino con parecchi alias e senza documenti, noto alle forze dell’ordine, è stato rintracciato e identificato. Non hanno dato esito invece le ricerche del rottweiler sequestrato alla banda delle occupazioni e rapito nel canile di Capodarco, dove era stato portato.
La telecamera
Le immagini della videosorveglianza al canile mostrano chi lo ha preso, i proprietari sono andati a riprenderselo. Sicuramente non c’è l’intenzione delle forze dell’ordine di dare la caccia a un povero cane e accanirsi su di esso, visto che con i proprietari male non sta. Si tratta però, per i proprietari, di capire che gli animali non sono oggetti, bisogna saperli gestire, soprattutto non vanno usati per intimidire le persone.

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