FERMO - I tamburrini della Cavalcata sul sagrato del Duomo. Le contrade sono state chiamate una ad una dal capitano della rocca, Carlo Iommi, e i rappresentanti si sono seduti distanziati come da protocollo anti Covid. L’aria della Cavalcata dell’Assunta, ieri pomeriggio, al Girfalco si respirava tutta.
Il desiderio
Voglia di partecipare, di esserci, di ritrovare, quest’anno le radici storiche fermane, richiamate anche dal regista Adolfo Leoni, intervenuto in diversi momenti dell’evento, con informazioni storiche. Prima la consegna dei gonfaloni, poi la preghiera con il vescovo, intervallata dai canti del coro, e infine il giuramento al “cospetto” del podestà, il sindaco Paolo Calcinaro, e il gonfalone di giustizia, il vicepresidente della Cavalcata, Andrea Monteriù. Uno ad uno hanno fatto un inchino di fronte alle autorità: Torre di Palme, con Samuele Bruni; Campolege con il nuovo Emiliano Foglini; Fiorenza con Luigi Volpi; Castello con la new entry Alessandro Ciurluini; Molini Girola con Marco Tirabassi; San Martino con Renato Montagnoli; Capodarco con il neo entrato Stefano Postacchini; Pila con Francesco Catini; Campiglione con il nuovo Roberto Montelpare; San Bartolomeo con Roberto Concetti.
La formula
A recitare la formula di giuramento, una volta a nome di tutti, nominando gli altri nove, il priore di Torre di Palme, Samuele Bruni.
I particolari
L’investitura di quest’anno ha visto anche l’annunciata novità, quella di Carlo Iommi, vestito con un costume inedito, che come detto impersonava il capitano della rocca, qui simbolo «di difesa della città» ha ricordato Leoni. Tutto si è svolto «eliminando ogni occasione di contatto tra i protagonisti, per rispettare le norme anti Covid», come aveva annunciato nei giorni scorsi lo stesso regista. Sul piazzale qualche persona, ma molti erano collegati tramite Facebook.