Fermo, casa di reclusione vetusta
ma socialmente utile ai detenuti

Gli amministratori davanti al carcere di Fermo
Gli amministratori davanti al carcere di Fermo
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Venerdì 19 Febbraio 2016, 22:53
FERMO -  Una fotografia precisa sulla situazione carceraria marchigiana. E’ quanto si proponeva il nuovo appuntamento dell’Ombudsman, il difensore civico Andrea Nobili, e della presidenza del Consiglio regionale in visita alla Casa di reclusione fermana. Erano presenti lo stesso Ombudsman, la vicepresidente dell’Assemblea legislativa Marzia Malaigia ed il presidente della Commissione Affari istituzionali Francesco Giacinti. La valutazione sulle attività che aprono la strada alla risocializzazione dei detenuti è stata positiva. 
L’istituto penitenziario è ospitato in una struttura nata come convento e risalente al XVI secolo.

Nel 1993 ne è stata disposta l’assegnazione ad uso governativo come Casa circondariale, con una rimodulazione nel 1996 a Casa di reclusione di media sicurezza. In base agli ultimi dati raccolti attraverso un questionario predisposto dall’Ombudsman, attualmente i detenuti presenti sono 62, su una capienza regolamentare di 41 (tollerata fino a 52). Gli agenti di polizia penitenziaria attivi sono 43 (in pianta organica 50, assegnati 44) ed in servizio si registra un solo educatore (in pianta organica ne sono previsti 2). Assistenza sanitaria garantita attraverso 3 medici e 4 infermieri. Sono previsti corsi scolastici e formativi. “Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal colloquio con i detenuti - sottolinea Marzia Malaigia - riscontrando in alcuni di loro un buon livello di cultura e percependo la loro piena volontà per raggiungere un positivo reinserimento sociale. Molti sono impegnati nella redazione di un giornalino, “L'altra chiave news”, che viene distribuito anche all'esterno ed in collaborazione con le scuole”.

Secondo la vicepresidente del Consiglio si tratta di “un progetto che aiuta i detenuti a raccontare la vita di chi sta dentro a chi sta fuori, cercando nel contempo di ricostruire un nuovo percorso di vita. Con il consigliere Giacinti ci siamo impegnati affinché i detenuti possano ricevere gli strumenti tecnici necessari per la migliore realizzazione del giornalino. In coda alla nostra visita, è emersa la necessità da parte di qualche detenuto di poter ricevere un sostegno per i familiari che vivono al di fuori del carcere”. Per il presidente della Commissione affari istituzionali si è trattato di “un incontro estremamente positivo, anche per l’opportunità che ci è stata offerta di avere un contatto diretto con i detenuti”. Giacinti sottolinea: “La maggiore preoccupazione espressa da quest’ultimi è legata ai problemi che quotidianamente si trovano ad affrontare le famiglie, sulle quali grava il peso della loro detenzione. Particolarmente interessanti le attività svolte all’interno della struttura, come la realizzazione del giornalino, che aprono una finestra verso l’esterno e forniscono un contributo significativo sulla strada della risocializzazione e del reinserimento”. Alcune criticità “solo” di tipo strutturale “dovute soprattutto alla vetustà dell’edificio che ospita la Casa di reclusione”. Prossima ed ultima visita lunedì nella Casa circondariale di Villa Fastiggi, nel Pesarese.
 
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