Caro bollette, i commercianti di Porto San Giorgio pronti a ripetere l'iniziativa #IoSpengo. «Così non si va avanti»

Il volantino di #IoSpengo
Il volantino di #IoSpengo
di Serena Murri
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Sabato 1 Ottobre 2022, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 09:17

PORTO SAN GIORGIO - Sul caro-bollette bisogna essere coesi. Questa è la ricetta degli operatori del commercio di Porto San Giorgio che una settimana fa hanno spento le luci di negozi e attività per protestare contro i rincari. Ieri si parlava di aumenti che non si vedevano dal 1983. 

 
L’iter
La crisi, già iniziata e avvertita negli scorsi anni, accusata più che mai con il Covid, ora è una presenza tangibile, sulle casse dei supermercati e fino sulle nostre tavole. Tutti hanno ridotto o stanno cercando di ridurre il superfluo, a partire dai consumi, il grosso spauracchio di tutti. Così si inizia spegnendo gli interruttori, nei supermercati le luci sono accese su una corsia sì e una no, si eliminano quelli che - oggi - appaiono come sperperi. Sperando basti. Alessandro Mostrato (detto Maradona), il pizzaiolo che ha lanciato la protesta di venerdì scorso, ha dichiarato: «Tenevo tantissimo a questa iniziativa e l’ho voluta a tutti i costi. Non è detto che non venga riproposta prossimamente. I commercianti sono rimasti tutti contenti. Ho letto tanta positività in questa adesione. Soddisfatti i commercianti ma anche i cittadini. Abbiamo avuto un feedback molto positivo. I commercianti di via Mazzini sono tutti propensi a ripetere l’iniziativa. Tanto più che abbiamo appena saputo che dal primo ottobre ci saranno altri rincari del 50%».

Anche dalla Confcommercio, è stata rimarcata l’adesione compatta da parte di tutte le attività commerciali del centro all’iniziativa di protesta Iospengo, per il caro bollette dovuto alla crisi energetica. «La categoria ha saputo lanciare un messaggio forte -ha ribadito la referente Teresa Scriboni - sull’impossibilità di pagare bollette come quelle che stanno arrivando in questo periodo.

Forse una goccia nel mare ma per lo meno gli operatori in città, hanno saputo dimostrare coesione e solidarietà nel mandare un messaggio inequivocabile». Confcommercio Marche Centrali è già pronta con il Desk energia, per aiutare le imprese ad approcciarsi al nuovo credito d’imposta, messo a disposizione con l’ultimo decreto aiuti TER, per cui possono recuperare la percentuale del 15% dei consumi presentando un’apposita istanza.


Il segnale
È stato «il segnale giusto - dicono da Caffè Novecento, Luca Turtù e la sua socia- per dire che se coesi possiamo fare qualcosa d’importante, tutti insieme. Certo, non sempre è possibile spegnere ma al momento del bisogno abbiamo saputo essere uniti. Ora ci aspettiamo delle misure mirate da parte del Governo. È una situazione che coinvolge sia le piccole che le grandi aziende, anche per quelle che l’energia la creano. Fra noi operatori parliamo, ci confrontiamo. Qualcuno inizia a vagliare l’ipotesi di fare più giorni di chiusura. Per ora, tutti stiamo ricorrendo a spegnere il superfluo, qualche luce in più e si lavora così. Ho pensato anche all’opzione candele - ha ammesso- magari per fare qualche aperitivo romantico nel gazebo ed escludere del tutto le luci ma non dobbiamo dimenticare che è anche una questione di sicurezza. Intanto, da tre congelatori siamo passati a uno, visto che si va verso l’inverno, ma i banchi frigo non li puoi spegnere. Puoi spegnere la macchina del ghiaccio ma non puoi spegnere la macchina del caffè o delle bevande calde. Abbiamo una clientela mista ma anche molto attenta ai rincari. Io sono ottimista, per me ogni giorno è un buon giorno». In quanto imprenditori, sono sempre ottimisti ma allarmati. Ormai, si paga di più di bollette che di affitto, ha ricordato Davide Paiano in un locale del centro, Streeet Munchies che ha spiegato che «intervenire sul numero delle luci o dei frigoriferi accesi non è che un palliativo. Le lampadine sono già a basso consumo».


Le motivazioni
Dal negozio di scarpe in centro Prima Donna, una dei soci Stella Claudia Monachesi ha così commentato Io spengo: «Siamo stati assolutamente d’accordo con la protesta lanciata la scorsa settimana. Il mondo sta cambiando e ci dobbiamo tutti ridimensionare. La nostra è una realtà partita solo da qualche mese ma partita estremamente bene. Naturalmente ci dobbiamo adeguare alla situazione e ci allineiamo all’appello proveniente da tutto il tessuto commerciale del territorio. Tutto potrebbe essere utile. È un problema avvertito a livello nazionale. Però se tutti si adeguano, qualcosa si risolve. Certo per noi la luce è fondamentale ad illuminare le nostre vetrine che la gente viene ad ammirare soprattutto la sera, quando il negozio è chiuso. Abbiamo 68 faretti. Se la situazione non migliorerà ridurremo l’atteggiamento quotidiano all’interno del negozio. Abbiamo iniziato a considerare di lasciare accesa una fila di luci sì e una no. Le nostre vetrine hanno un impatto importante. È l’impronta che volevamo dare al negozio, giocando sul pink, sulle luci e sui colori».

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