Casa-lavoro, a Fermo il tragitto è infinito per colpa dei cantieri. E alle fine due dipendenti si licenziano

Casa-lavoro, a Fermo il tragitto è infinito per colpa dei cantieri. E alle fine due dipendenti si licenziano
Casa-lavoro, a Fermo il tragitto è infinito per colpa dei cantieri. E alle fine due dipendenti si licenziano
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Martedì 11 Ottobre 2022, 03:10

FERMO - Le conseguenze dei continui rallentamenti nel tratto dell’autostrada nel sud delle Marche non sempre sono prevedibili. «Due dipendenti residenti al confine tra Marche e Abruzzo hanno preferito licenziarsi perché esasperate dai ritardi che dovevano sopportare nel tragitto casa-lavoro» ci confessa un imprenditore della pelletteria del Fermano che preferisce restare anonimo. E in un momento in cui c’è carenza di manodopera, la loro decisione ha avuto un impatto importante sull’azienda che è stata costretta a correre ai ripari e a cercare delle sostitute. Ma l’impresa in questione non può più cercare a sud e deve rivolgersi al bacino locale o verso nord. 


I contatti


Il flusso di persone tra il distretto calzaturiero marchigiano e quello della pelletteria abruzzese tra Alba Adriatica, Martinsicuro e Tortoreto è compromesso, così come quello con tutta l’area dell’Ascolano. Per chi deve compiere quotidianamente il tratto dell’autostrada A14 interessato dai cantieri, i riflessi sulla sua qualità della vita sono pesanti. Ed ecco che, alla fine, le due dipendenti hanno gettato la spugna, preferendo rinunciare al loro lavoro per cercarne un altro che non avesse gli stessi problemi di trasferimento. Allo stesso tempo le persone che magari hanno o trovano un nuovo lavoro devono valutare anche il tempo che impiegherebbero nel trasferimento andata e ritorno tra la propria residenza e il luogo di lavoro. Ciò per dire che i rallentamenti sull’autostrada incidono sulla vita delle persone.

E su quella delle aziende.


La scelta


Le imprese fermane preferiscono spesso affidarsi ai corrieri per quei trasferimenti di prodotti e semilavorati che viaggiano in direzione sud. Affidare il trasporto ad un dipendente, come si faceva prima della nascita dei cantieri, risulta troppo costoso a causa del tempo impiegato. Ciò a scapito anche della velocità di esecuzione. Se in tempi normali e senza lavori in autostrada la consegna urgente di un prodotto veniva affidata ad un dipendente per accelerare i tempi, ora no. Si preferisce attendere i tempi del vettore. Quando però c’è bisogno di un incontro di persona, l’azienda deve necessariamente inviare il personale tecnico e pagargli anche il tempo in cui è incolonnato in autostrada. E ci vuole veramente poco a capire come le imprese che hanno stretto collaborazioni nell’asse Fermano-Ascolano-Teramano abbiano un surplus di costi e di stress.


La situazione


Si tratta di un’ulteriore complicazione in un distretto calzaturiero, come quello a cavallo fra Fermano e Maceratese, che ormai ha imparato a convivere con forti venti contrari ormai da qualche anno tra terremoto, fallimenti bancari, crollo dell’export verso la Russia per arrivare a pandemia e invasione dell’Ucraina.


I costi


Senza contare le conseguenze legate direttamente o indirettamente alla guerra con i rincari dei costi energetici che stanno mettendo in ginocchio tante attività. Oltre, infine, ad un gap infrastrutturale enorme, acuito appunto dallo stato di salute dell’autostrada. Altro che resilienza.

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