Fermo, cala il sipario sulla centrale
La Powercrop rinuncia al progetto

L'ex Sadam di Campiglione
L'ex Sadam di Campiglione
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Sabato 16 Luglio 2016, 08:25
FERMO - La centrale a biomasse non si farà, né ora né mai. Per alcuni una nube che definitivamente si dirada, per altri un’opportunità sprecata, per gli ex lavoratori un finale amaro dopo un decennio di battaglie. La Powercrop, nel giorno della Conferenza dei servizi alla provincia di Fermo, penultimo atto in vista della Valutazione di impatto ambientale, ha annunciato la rinuncia al Polo delle energie rinnovabili. 

La pietra tombale l’ha posta il Decreto fonti energetiche rinnovabili emanato il 23 giugno dal governo Renzi. L’atto prevede l’accesso alle tariffe incentivanti solo per gli impianti già autorizzati. Fermo, quindi, è fuori. «Non essendoci più le condizioni di sostenibilità economica, viene impedita la realizzazione del polo di Fermo» scrive Powercrop, che rimarca come fattore determinante, «la fortissima opposizione della Provincia di Fermo durante il defatigante iter autorizzativo durato circa 6 anni. Un processo avviato nel 2010 e sfociato nell’emanazione delle illegittime determinazioni dirigenziali provinciali del 2012 e 2013, poi annullate con sentenza del Tar confermata in Consiglio di Stato e infine annullate dal Consiglio di Stato». 
I dinieghi della Provincia, secondo i privati, hanno «vanificato gli ingenti investimenti sostenuti, comportando una perdita di opportunità per il tessuto sociale fermano. Il progetto avrebbe generato, compreso l’indotto, più di 400 posti di lavoro. Un pregiudizio rilevantissimo allo sviluppo socio-economico del territorio».Ora l’azienda chiede il conto: «Eridania Sadam, vittima del comportamento illegittimo della Provincia, non rinuncerà a tutelare le proprie ragioni, anche risarcitorie, dinanzi ai giudici». Un contenzioso in cui si conferma l’impegno, sottoscritto l’anno scorso, a riconoscere il 10% dell’eventuale risarcimento agli ex lavoratori.

 
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