FERMO - La calzatura antinfortunistica per diversificare, il Sudafrica come mercato potenziale. La scarpa fermana si guarda intorno e cerca nuove vie di sbocco. Il Micam, che è partito ieri a Milano-Rho, ha dimostrato, almeno per la prima giornata, la maggiore vitalità di segmenti non tradizionali. Tradotto, nei padiglioni 1 e 3 che ospitano le calzature premium il traffico dei visitatori era molto minore rispetto ai padiglioni 2 e 4 dove invece è racchiuso il segmento contemporary.
La tendenza
Un trend che rispecchia sia le ultime edizioni della fiera sia il mercato ormai orientato verso i fondi in gomma e modelli più sportivi, nonostante un ritorno al formale evidenziato negli ultimi mesi. La situazione è sfidante per tutti, con il caro energia in cima alla lista dei problemi degli imprenditori. Ma, soprattutto in ottica futura, la carenza di manodopera rappresenta un nodo da dipanare in pochi anni. I calzaturieri sono così alle prese con emergenze attuali e sfide future. Annabella, calzaturificio con quartier generale a Montegranaro, e sedi produttive in Romania, Moldavia e Tunisia, con 30 dipendenti diretti oltre a 350 indiretti, è una mosca bianca del distretto marchigiano. Gestita da Matteo Renzi, rappresentante della terza generazione, l’azienda produce circa 1,2 milioni di paia di scarpe l’anno che generano un fatturato di 60 milioni di euro, tra marchio proprio e produzioni in private label.
Il tempo
L’imprenditore precisa come abbia impiegato circa due anni per far girare il marchio a pieno regime che oggi ha nell’Italia e nei Paesi arabi i due mercati di riferimento. Una nicchia in crescita all’interno di un’azienda che è ancora al di sotto dei livelli pre pandemia del 15%. «Nel primo semestre 2022 abbiamo visto un recupero ma poi le prospettive si sono fatte più cupe e credo sia molto difficile poter chiudere l’anno agli stessi livelli del 2019 - confessa Renzi che poi prosegue -: se le vendite dell’estivo sono state buone, quelle per l’invernale risentiranno della situazione economica generale con i consumatori che troveranno i prodotti a prezzi più alti e avranno meno soldi da spendere a causa dell’inflazione». Secondo lo stesso imprenditore la situazione coinvolgerà tutta l’Europa mentre, confida nel positivo trend degli Stati Uniti, i cui consumi sono agevolati dal cambio dollaro-euro. «Le prospettive restano molto caute. Un mercato su cui punteremo? Il Sudafrica», chiude Renzi.