FERMO - La preoccupazione per la precaria salute del distretto moda-calzature; la richiesta per l’istituzione di un Tavolo regionale della moda e per la proroga al 31 dicembre del blocco dei licenziamenti; l’obiettivo, e la necessità, di cambiare marcia, rendendo il territorio attrattivo per le griffe. E poi le proposte: una piattaforma web regionale e una unica logistica locale.
È l’analisi di Cristiano Fiori e di Francesco Interlenghi di Femca-Cisl che sul rapporto Green pass-lavoro affermano: «Sì al vaccino ma no alla discriminazione. La salute nei luoghi di lavoro va garantita adeguando i protocolli di sicurezza». Il Green pass è solo il problema più recente che deve affrontare il distretto della moda, alle prese con una crisi strutturale acuitasi con la pandemia.
Il periodo
«Nonostante il blocco dei licenziamenti si è comunque verificata una emorragia» osservano i due sindacalisti che evidenziano come dall’inizio della pandemia ad oggi, nelle Marche, il settore moda abbia perso 146 unità produttive e 2.000 occupati (la provincia di Fermo pesa circa due terzi). Il fatturato si è ridotto di circa il 30-40% mentre la produzione è scesa di due terzi. Femca-Cisl ricorda tre casi (Toolk, Melania e Bottoni & Moda) per i quali si è accesa la spia rossa alla voce legalità. Complessivamente oltre 200 posti di lavoro andati in fumo. Il distretto ha avuto la capacità di riassorbirli? «Circa uno su tre ha trovato lavoro ma con contratti a tempo determinato o attraverso agenzie interinali. Sono stati ricollocati per gestire il picco di produzione. Molti sono già senza lavoro o saranno presto disoccupati» replicano Fiori e Interlenghi che chiedono alla Regione la costituzione di un Tavolo dello sviluppo della moda perché «la Regione non può non tenere conto della situazione drammatica che sta vivendo il settore moda».
Il territorio
«La moda nelle Marche - dicono - è più in difficoltà rispetto ad altre regioni. Le realtà in crescita sono quelle che lavorano per i grandi marchi, i quali si stanno radicando sul territorio. Quindi una questione è come far diventare le Marche più attrattive. Sentiamo parlare sempre di riduzione del costo del lavoro ma secondo noi è solo un capitolo di un discorso che va ampliato. Dall’altro lato non vogliamo che il settore passi nelle mani delle griffe per cui occorre tutelare le Pmi. Come? Creando una piattaforma web regionale per offrire loro una vetrina? Realizzare una logistica locale unica? Ragioniamoci!».