Le calzature sulla Via della Seta, gli industriali allargano i mercati: «Un patto con la Cina per crescere»

Le calzature sulla Via della Seta, gli industriali allargano i mercati: «Un patto con la Cina per crescere»
di Chiara Morini
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Sabato 19 Giugno 2021, 07:50

FERMO -  La Cina e il Fermano sono un po’ più vicine. Almeno dal punto di vista commerciale e produttivo per il settore del calzaturiero. È stato infatti siglato, ieri mattina, l’accordo tra i due distretti calzaturieri: quello fermano e quello cinese del Sichuan, una provincia dell’ovest della Cina.

Gli orientali si impegneranno a favorire l’ingresso delle calzature italiane sul mercato cinese, attraverso delle apposite piattaforme di vendita, e in cambio l’Italia, quindi il Fermano, aiuterà le imprese cinesi. Non si pensi che si tratti di spostare la produzione in Cina, perché così non è come spiega il presidente di Confindustria Centro Adriatico, e presidente della relativa sezione calzature, Valentino Fenni.


«È un accordo di penetrazione commerciale – dice – quella regione della Cina è un buon mercato potenziale, perché zona ricca e in forte espansione». E lo hanno confermato gli stessi cinesi, collegati in videoconferenza. «Stiamo costruendo 400 chilometri di strade e si sta realizzando un centro espositivo importante – le parole del sindaco della città di Lezhi, Xianqian Yin -: l’accordo che si firma oggi è solo l’inizio di un percorso di cooperazione». L’investimento che la Cina sta facendo per questo progetto è imponente, «55 milioni di euro, con un grande showroom in costruzione che sarà dedicato a noi di Confindustria» precisa il vicepresidente della sezione calzature, Alberto Fasciani. «L’Italia è il primo paese per la produzione di calzature di lusso e la Cina, invece, è il primo per consumi di prodotti di lusso» evidenzia Jia Yanru, segretario dell’associazione cinese.


Una buona prospettiva, quindi, con i cinesi che possono aiutare gli italiani ad entrare in un mercato buono ma non facile, e gli italiani i cinesi a produrre calzature. «Se però non entriamo nel mercato cinese non portiamo lì il nostro sapere – ribadisce Fasciani -.

Qui si tratta di tutelare la proprietà intellettuale, e con questo accordo si fa un primo passo verso l’analisi e il dibattito su queste tematiche». Tante sono state le difficoltà che si sono dovute superare per l’accordo, «molte pure legate al Covid» ha sottolineato Xin Wang, direttore generale dell’agenzia per la promozione degli investimenti della Provincia del Sichuan in Italia e in Svizzera.


«Il percorso che ha portato a questa firma – spiega Fenni – è stato lungo, iniziato con la vicepresidenza Melchiorri, poi con Mariani, ed ora il filo conduttore è stato ripreso da Fasciani. Inutile dire l’utilità e l’importanza che riveste e speriamo che all’iniziativa possa contribuire anche la Regione». «Le Marche sono una buona regione per la promozione degli investimenti Italia Cina e qui ci sono buone prospettive per lo sviluppo industriale» il commento di Guido Bilancini, del Consolato Italiano. All’assessore regionale Guido Castelli il compito di sottolineare come la nostra regione «è un piccolo territorio e il distretto calzaturiero è un fiore all’occhiello, massima espressione della manifattura del settore del fashion in Italia. Questo accordo è importante». Poter contare su un mercato in espansione come quello del Sichuan può essere importante anche ora nell’immediato post Covid. «Questo è il momento migliore per ripartire – il commento del consigliere regionale Andrea Putzu -. La partnership è essenziale anche per far conoscere le imprese, che grazie ad esso potranno andare nella Cina occidentale».

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