FERMO - Almeno per un paio d’anni starà al Buc Machinery il centro di ricerca che nascerà con i fondi dell’Iti Urbano e l’investimento dei privati. Va avanti il progetto che prevede anche la riqualificazione dell’ex mercato coperto. Sarà lì che il laboratorio che guarda al futuro si trasferirà appena finiti i lavori. Intanto, si parte. Dall’inizio del prossimo anno, la biblioteca multimediale sarà spostata e i locali in via dell’Università ospiteranno le prime postazioni di lavoro.
La megastampante 3D, troppo grande per il Buc e che, da sola, costa 250mila euro, sarà sistemata all’Iti Montani. Si passa dalle parole ai fatti. Dal progetto al lavoro. Alla scadenza, il bando del Comune ha avuto una sola risposta. Il che, secondo il Comune, è un bene. «Finanziare non singoli progetti, ma raggruppamenti di soggetti – fa sapere il dirigente delle Attività produttive, Giovanni Della Casa – è stata una scelta. Chi ha partecipato è consapevole che ci dovrà mettere del suo, che non si tratta di finanziamenti a pioggia, ma di un investimento a lungo termine, di almeno cinque anni».
Una sola adesione, si diceva. Formata da dieci realtà, due Università e otto imprese, che, per partecipare al bando, hanno creato un’associazione temporanea di scopo e che, insieme, gestiranno il laboratorio in partenza a gennaio.
I 2 milioni sono dell’Iti Urbano, quindi fondi europei. 500mila euro diventeranno quaranta assegni di ricerca per i giovani laureati. Il terzo e ultimo step riguarda startup e microimprese. A loro, più in là, saranno destinati 200mila euro, «per sviluppare o avviare un’attività attraverso l’uso delle nuove tecnologie». La “cordata” privata comparteciperà con un milione. Lo scopo del progetto è rendere il Fermano più competitivo e al passo coi tempi, creando occupazione.