Nasce un centro di ricerca nel salotto cittadino, già si parte: il via dal Buc Machinery

Nasce un centro di ricerca nel salotto cittadino, già si parte: il via dal Buc Machinery
di Francesca Pasquali
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Giovedì 24 Dicembre 2020, 11:05

FERMO - Almeno per un paio d’anni starà al Buc Machinery il centro di ricerca che nascerà con i fondi dell’Iti Urbano e l’investimento dei privati. Va avanti il progetto che prevede anche la riqualificazione dell’ex mercato coperto. Sarà lì che il laboratorio che guarda al futuro si trasferirà appena finiti i lavori. Intanto, si parte. Dall’inizio del prossimo anno, la biblioteca multimediale sarà spostata e i locali in via dell’Università ospiteranno le prime postazioni di lavoro.

La megastampante 3D, troppo grande per il Buc e che, da sola, costa 250mila euro, sarà sistemata all’Iti Montani. Si passa dalle parole ai fatti. Dal progetto al lavoro. Alla scadenza, il bando del Comune ha avuto una sola risposta. Il che, secondo il Comune, è un bene. «Finanziare non singoli progetti, ma raggruppamenti di soggetti – fa sapere il dirigente delle Attività produttive, Giovanni Della Casa – è stata una scelta. Chi ha partecipato è consapevole che ci dovrà mettere del suo, che non si tratta di finanziamenti a pioggia, ma di un investimento a lungo termine, di almeno cinque anni».

Una sola adesione, si diceva. Formata da dieci realtà, due Università e otto imprese, che, per partecipare al bando, hanno creato un’associazione temporanea di scopo e che, insieme, gestiranno il laboratorio in partenza a gennaio.

Le Università sono la Politecnica delle Marche e quella di Camerino e forniranno le conoscenze. Le private sono More (capofila, giovanissima startup che opera nel campo della realtà estesa), Morphica (startup di Monopoli), la montegiorgese Santoni (minuteria metallica), Vega (progettazione e produzione di schede per ascensori, Ponzano di Fermo), il calzaturificio Elisabet (Fermo), Savelli Ascensori (Fermo), Bros Manifatture (Grottazzolina) e lo scatolificio Valtenna (Fermo). Un progetto che «viene da lontano», spiega il sindaco Paolo Calcinaro, «da un’esigenza che il territorio aveva». «Abbiamo voluto legare più di due milioni al sostegno all’impresa. Una scelta all’epoca forte che la situazione che stiamo vivendo ha reso ancora più strategica», aggiunge.

I 2 milioni sono dell’Iti Urbano, quindi fondi europei. 500mila euro diventeranno quaranta assegni di ricerca per i giovani laureati. Il terzo e ultimo step riguarda startup e microimprese. A loro, più in là, saranno destinati 200mila euro, «per sviluppare o avviare un’attività attraverso l’uso delle nuove tecnologie». La “cordata” privata comparteciperà con un milione. Lo scopo del progetto è rendere il Fermano più competitivo e al passo coi tempi, creando occupazione.

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