Caro bollette, le aziende a rischio di chiusura. Gli industriali: «Che errore non puntare sul nucleare. E ora?»

Caro bollette, le aziende a rischio di chiusura. Gli industriali: «Che errore non puntare sul nucleare. E ora?»
di Francesca Pasquali
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Lunedì 14 Febbraio 2022, 07:00

FERMO - «Siamo in guerra. L’errore clamoroso, fatto nel passato, va riparato con urgenza». La guerra in questione è quella del caro bollette. O, meglio, quella del costo del gas, e quindi dell’energia, schizzato alle stelle. L’errore clamoroso è aver detto no al nucleare. Non usa mezzi termini Giuseppe Tosi per esprimere il suo disappunto sulla crisi in atto. La stangata che, da inizio anno, si sta abbattendo su famiglie e imprese, rischia di piegare definitivamente il Fermano.

Parla di «problema molto serio, che va al di sopra delle nostre teste», il direttore di Confindustria Fermo. «Purtroppo – spiega –, nel passato, l’Italia ha sbagliato in modo clamoroso in alcune scelte di politica energetica e oggi dipende dalla Russia molto più rispetto ad altri paesi europei». Il risultato è che «ci è stato presentato un conto salatissimo». Dal generale al particolare, nel Fermano la situazione è parecchio critica. Con «aziende a cui conviene pagare le penali e fermare la produzione, invece di continuare a produrre». La crisi, per quanto generalizzata, riguarda soprattutto i settori “energivori”, cioè quelli che consumano tanta energia. Comparto meccanico, in primis. Ma anche il calzaturiero e il suo indotto «che rappresentano più del 60% del Pil della nostra provincia». Lo stesso che, mai ripresosi del tutto dalla crisi economica, potrebbe alzare definitivamente bandiera bianca. Per tante imprese piccole e piccolissime, il caro bollette potrebbe, insomma, essere la famosa goccia che fa traboccare un vaso già strabordante di difficoltà. «Il problema è che non sappiamo quanto dureranno i rincari. Se sarà questione di qualche mese oppure no. Nel primo caso, le aziende riusciranno a resistere. Nel secondo, gli converrebbe fermarsi», dice Tosi.
Le prospettive
Per il quale la soluzione, o almeno una grossa mano, potrebbe arrivare dal Pnrr, una parte del quale «dovrà andare nella direzione delle politiche energetiche». Non va meglio sul fronte commercio. Dove il caro bollette ha fatto le prime vittime. «Ditte in cui gli impianti frigoriferi fanno la differenza e di vendita e commercio di prodotti ittici», fa sapere la referente territoriale di Confcommercio Marche Centrali, Maria Teresa Scriboni. Che, però, precisa come «non è mai un solo fattore a essere determinante, ma un insieme». Tradotto: le bollette stratosferiche stanno dando il colpo di grazie ad attività già in grosse difficoltà. Le altre si barcamenano con l’obiettivo di superare l’inverno. Poi, la strada dovrebbe essere in discesa. O, almeno, un po’ meno in salita. «Serve un piano del governo, un intervento strutturato nel medio termine. Serve lungimiranza politica, se vogliamo uscirne, ma vedo che manca», prosegue Scriboni. E descrive un quadro parecchio fosco. «La situazione – spiega la referente di Confcommercio Marche Centrali –, adesso, è drammatica. In alcuni casi le bollette sono triplicate o, addirittura, quadruplicate. Costi esorbitanti che fanno la differenza. Sta arrivando al pettine una situazione che ci portiamo dal terremoto e, poi, dalla pandemia». Coi rincari che sono la mazzata finale. Da parte loro, le aziende fanno quello che possono. Nonostante il periodo, c’è anche chi ci crede e apre. Le altre stringono i denti, «non hanno la bacchetta magica, ma cercano di dare un buon servizio».
La chiosa
«Questi – chiosa Scriboni – sono i mesi più difficili già nell’ordinario, figuriamoci nello straordinario, dopo le chiusure del 2020, le aperture perlopiù senza incassi del 2021 e la percezione, adesso, di poter fare tutto, senza fare nulla o quasi.

Ma la vita riprenderà con forza. Perché è nell’ordine delle cose che la paura prima o poi ci lascerà».

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