Fermo, Laurenzi e lo scontro sui rifiuti
"Ecco la vera storia di quei 9 milioni"

Fermo, Laurenzi e lo scontro sui rifiuti "Ecco la vera storia di quei 9 milioni"
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Sabato 12 Dicembre 2015, 11:48
FERMO - Sulla questione Asite-Asja interviene l'ex presidente della partecipata Maurizio Laurenzi. Laurenzi si riaggancia all'intervento di Alessandro Bargoni che chiede perché l'Asite, pur avendo in mano all'epoca un titolo esecutivo con tanto di precetto per più di 9 milioni di euro, abbia scelto di fare una transazione, perdendo l'opportunità di incassare quella cifra. Il caso è stato discusso l’altra sera con la richiesta di una Commissione d'inchiesta sulla vicenda.

"L'atto di precetto esecutivo a favore della Fermo Asite - spiega Laurenzi - per un'importo di oltre 9 milioni di euro è venuto fuori dopo una serie di passaggi causali, udienze in tribunale durati qualche anno e, precisamente, subito dopo che l'ufficiale giudiziario ha riconsegnato l'impianto di biogas (presente nella discarica di San Biagio) alla società del Comune di Fermo per la risoluzione del contratto decennale in mano all'Asja. L’Asja non ha mai voluto riconoscere che il contratto fosse terminato. E' da qui che è iniziata tutta la storia, durata diversi anni".

Laurenzi racconta come in quegli anni si sia speso insieme al Cda e al socio maggioritario, il sindaco di allora, per avere ciò che era giusto per il Comune di Fermo."Dopo mille difficoltà - rimarca - nel gestire e portare avanti un impianto complesso con manutenzioni continue ai motori e, soprattutto, senza ricevere un euro dei proventi che intanto l'impianto produceva, perché Asja aveva bloccato i pagamenti in accordo con il Gse di Roma, all'Asite, agli inizi del 2011 siamo riusciti a ottenere la sentenza definitiva, con un atto di precetto esecutivo.

"Mancava qualche mese - prosegue - e si sarebbe potuto incassare la somma. Ma nel frattempo è cambiata l'amministrazione. Insieme ai miei colleghi del Cda siamo andati dal nuovo sindaco e socio (Nella Brambatti, ndr) per portarlo a conoscenza della situazione. Il sindaco ne ha preso atto dicendomi che ci saremmo risentiti appena trascorsa l'estate, ma poi mi ha mandato una lettera dove mi chiede di dimettermi a mia firma, rimanendo al mio posto e continuando a gestire la società. Chiaramente non ho accettato: poco dopo mi ha inviato l'avvio del procedimento di revoca, avvenuta nel novembre del 2011”.
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