FERMO - Arretramento? No, grazie. Meglio migliorare le infrastrutture esistenti e magari riscoprire vecchie linee ferroviarie. A dirlo è un nuovo comitato. A firmare il documento sono Articolo 1 di Fermo, Cgil, Dipende da noi, 5 Stelle, il Partito comunista italiano, Rifondazione, Sinistra Italiana, il sindacato Usb, il consigliere comunale Renzo Interlenghi.
I dubbi
«Esprimiamo – scrivono - la più netta contrarietà alla proposta sponsorizzata da alcuni settori della politica e dell’imprenditoria». Puntano il dito contro due argomenti: la necessità di alleggerire il traffico sulla costa e cogliere l’opportunità per lo sviluppo dell’entroterra. «Sarebbe – rimarcano – un’ipotesi che porterebbe a un’idea di sviluppo superata dalla storia». Oltre ai costi economici, ambientali e sociali per tutto il territorio. «Quando ero presidente della Provincia (Ascoli e Fermo) – spiega Massimo Rossi di Dipende da noi - dimostrammo che la congestione del traffico era urbana». Quale la soluzione? Un minor consumo di suolo, il potenziamento del trasporto pubblico, l’incentivazione della mobilità dolce attenuerebbero le criticità, se non arrivando a risolverle. «E come potrebbero essere superati i limiti infrastrutturali ed economici arretrando di qualche chilometro un’autostrada che transiterebbe sull’asse nord-sud della provincia?».
L’idea
Andrea Matè, di Usb, vedrebbe meglio «il potenziamento dell’esistente, come la Mezzina». Sono d’accordo con gli ambientalisti e Alessandro Del Monte di Articolo 1, cita «la metropolitana di superficie, il potenziamento delle ciclovie, la via del mare e la ferrovia ad alta velocità». Una metropolitana di superficie che, ritiene Enrico Martini di Sinistra Italiana, «potrebbe avere un buon bacino di utenza». Inoltre, si chiede Alessandro Fortuna di Rifondazione Comunista, «con una nuova autostrada chi gestirà la manutenzione di quella vecchia?».