FERMO - Emodinamica al Murri e Pneumologia nel nuovo ospedale di Amandola. Obi (Osservazione breve intensiva) e più medici e infermieri in pronto soccorso. Più Potes medicalizzate. Incentivi economici per medici di base e pediatri. Più posti letto e più personale per gestirli. Ospedali di comunità. Sono le richieste che i primi cittadini del Fermano hanno presentato alla Regione. L’hanno fatto ieri pomeriggio nel corso della Conferenza dei sindaci. In tutto undici cartelle per dire quello che, secondo loro, non va nella sanità fermana. E quello che la Regione dovrebbe fare per rimetterla in sesto.
La controparte
L’interlocutore era Filippo Saltamartini. L’assessore alla Sanità della Regione è rimasto ad ascoltare per circa 20 minuti. «Tutte le Marche hanno sofferto, ma non come noi: con un solo ospedale e un reparto di Malattie infettive unico per Marche sud e con un solo pronto soccorso messo in ginocchio, come molte delle attività elettive per acuti di tutto l’ospedale. E il nuovo piano pandemico ha affermato di nuovo questa sfortunata prerogativa dell’Av 4», rimarcano i sindaci. Che, per i nuovi ospedali di Fermo e Amandola, temono che «le mura e la tecnologia promesse non basteranno a dare le giuste risposte, se non verranno completate da un potenziamento dell’offerta con specialistiche necessarie e con l’aggiunta di professionisti adeguati». Da qui, la richiesta «non più rinviabile» di attivare l’Emodinamica al Murri e la Pneumologia nell’ospedale montano. Sviscera i problemi della sanità fermana il documento consegnato alla Regione.
I camici bianchi
I sindaci chiedono l’attivazione dei posti letto Obi, «un urgente e non più procrastinabile incremento del numero di medici e infermieri» e l’aumento delle Potes medicalizzate, «per selezionare in modo migliore i casi da inviare al pronto soccorso». Capitolo medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Per fronteggiare la penuria di camici bianchi in montagna e nei Comuni dell’interno, i sindaci propongono incentivi economici e «l’organizzazione del servizio sul territorio in più circoscrizioni, superando il modello attuale del distretto unico fermano». Sempre sul territorio chiedono «una copertura Adi (Assistenza domiciliare integrata) sulle 12 ore, per ridurre il ricorso al Pronto soccorso per problematiche facilmente risolvibili a domicilio». Quanto ai posti letto, per i sindaci va posto rimedio alla disparità con le altre aree vaste, attraverso «un adeguamento dei numeri, con la correlata equa assegnazione del necessario e fondamentale personale su tutto il territorio provinciale».
I fondi
Sul Pnrr, l’entusiasmo per gli 8,1 milioni per le strutture sanitarie del Fermano sembra essersi attenuato. A scontentare i sindaci è «la proposta di finanziamento di sole case di comunità e non di ospedali di comunità, come nelle altre Aree vaste». Tanta carne al fuoco, insomma. Che i primi cittadini vogliono far rosolare in «un incontro programmatico con tutte le forze politiche e con tutti gli eletti nella provincia di Fermo, al fine di valutare uno schema di lavoro e di interventi a favore del sistema sanitario locale, che veda la provincia di Fermo recuperare quel ruolo significativo all’interno della regione, da troppo tempo non riconosciuto».