FERMO - Albergatori alle prese con una stagione ingrata, non tanto perché siano mancati i turisti ma per ragioni legate alla permanenza nelle strutture. Uno dei primi effetti della pandemia è stata la contrazione dei giorni di soggiorno, le prenotazioni più gettonate sono state quelle dei weekend che arrivano, al massimo, alla settimana intera. Per di più, i rincari all’orizzonte non hanno di certo aiutato. Gianluca Vecchi, titolare dell’albergo Lanterna e presidente dell’Ataf, delinea un quadro della situazione.
I numeri
«La sensazione - dice - è che luglio e agosto siano andati peggio del 2021, abbiamo ravvisato un calo delle presenze dal 10 al 20 %, ancora per motivi legati al Covid che ha inciso molto ma molto di più rispetto al 2021 per via di tante prenotazioni annullate per chi è stato impossibilitato a muoversi avendo contratto il virus durante il picco tra il 10 e il 30 luglio».
Le visite
Turisti ce ne sono stati «ma ben pochi - continua -. Con il 28 agosto le strutture si sono pressoché svuotate. Si è accorciata la permanenza media. Sono diversi i turisti che arrivano solo per il weekend. Tranne le due settimane centrali di agosto in cui eravamo pieni, ma riempire un albergo solo per due settimane non regge. La nostra occupazione media è scesa al 30% e quest’anno le nostre aziende non riescono ad andare avanti». Dunque, siamo ben lontani dal poter contare sulla destagionalizzazione, «ora cominciamo con il turismo religioso che ricomincia ma i problemi restano. Speriamo che quanto prima ci siano interventi statali nei confronti delle aziende». In questi anni il turismo è cambiato ed è diminuito il tempo del soggiorno, «spesso anche la politica dimentica - chiosa Vecchi - che arrivi e presenze non sono la stessa cosa, per un weekend di due persone le presenze sono due ma per una settimana sono di 14 giorni. È questo a fare la differenza. Occupando le camere solo nei weekend, i giorni della settimana restano scoperti e non sono sufficienti a coprire i costi di gestione».