Fermo, agricoltore beffato
dal fiume e dalla burocrazia

Il terreno in questione
Il terreno in questione
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Domenica 8 Maggio 2016, 07:41
FERMO - Una vicenda kafkiana quella di Giuseppe Antolini. L'agricoltore di Monte Rosato è esasperato dai continui furti che è costretto da tempo a subire sempre dallo stesso ladro. Un ladro un po' sui generis, trattandosi del fiume Ete Vivo. Ad ogni colpo, il povero Antolini si vede sottratta dall'acqua una striscia del suo vasto appezzamento di terra contiguo all'alveo del fiume, a cavallo dei territori di Fermo e Ponzano. Tre ettari di terreno tra i più fertili della zona, senza contare gli annessi portati via dalle varie piene: un pozzo, centinaia di metri di tubazioni per l'approvvigionamento dell'acqua necessaria all'irrigazione delle colture, la perdita di prodotto a causa della mancata raccolta per gli anni a venire. «Saranno circa 500 mila euro in tutto», quantifica l'esasperato Antolini, che però non si è dato per vinto.
 
Dopo diverse petizioni e richieste d'aiuto ai vari organi istituzionali, l'uomo si è proposto di fare da sé. Acquisite le necessarie autorizzazioni, qualche giorno fa Antolini è sceso nel letto del fiume e ha iniziato le operazioni necessarie per riportare l'asta fluviale lontano da quegli argini già da tempo sofferenti. Ed ecco la brutta sorpresa: la Polizia provinciale lo coglie ad armeggiare lungo il corso d'acqua e gli intima di fermarsi perché nessuna azione avrebbe potuto essere intrapresa senza aver corrisposto all'ufficio Caccia e pesca della Provincia, la cifra di 500 euro per il permesso per lo spostamento del corso d'acqua «Evidentemente spostare i pesci di forza può costituire per essi un incomodo da esigere una remunerazione - commenta Antolini amareggiato - non solo mi sono proposto di fare lavori che erano di competenza degli enti pubblici, non solo mi trovo a fronteggiare danni enormi, non solo effettuo di mia volontà lavori che costerebbero migliaia di euro e che potevano essere evitati intervenendo prima. Mi chiedono pure 500 euro per rimettere il corso del fiume dove dovrebbe essere. È incredibile».

Nonostante le opere di regimentazione delle acque degli anni scorsi, le ingenti cifre impiegate, la situazione degli argini del fiume Ete Vivo, a detta degli agricoltori interessati dal fenomeno erosivo, è notevolmente peggiorata per non dire drammatica e, viste situazioni come queste, l'esasperazione corre sul filo. In diversi punti, risalendo dal territorio fermano verso l'entroterra, gli argini sono franati e pure la provinciale Valdete è a rischio eccome.
 
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