Scuole, i presidi in trincea: «Così salveremo le classi». Ecco le scelte in contrasto con l'Usr per evitare i trasferimenti

Scuola caos nel Fermano
Scuola caos nel Fermano
di Francesca Pasquali
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Mercoledì 1 Giugno 2022, 04:40

FERMO - Alla fine, le scuole le salveranno i presidi. Che, facendo quadrare gli orari e tirando fuori dal cilindro una pluriclasse qui e una lì, eviteranno la soppressione delle prime elementari. Grazie all’autonomia organizzativa che dà ai presidi la possibilità di risolvere il risiko dei plessi, pure dove l’Usr (Ufficio scolastico regionale) dice altro. Una soluzione tampone, in attesa che la legge sulla composizione delle classi venga modificata.

 
Il sollievo dei sindaci
Tirano un sospiro di sollievo i sindaci, da settimane in trincea per scongiurare chiusure e accorpamenti. Alle scuole di Montefortino, Santa Vittoria in Matenano, Montefalcone Appennino, Monsampietro Morico e Torre San Patrizio, che avevano avuto il via libera alle pluriclassi dall’Usr, in questi giorni se ne sono aggiunte altre che hanno fatto per conto proprio. A Magliano di Tenna, a settembre, gli alunni di prima andranno a scuola assieme a quelli di seconda. Una pluriclasse diversa da quella seconda-quinta autorizzata dall’Usr, per il quale i sette bambini di prima sarebbero dovuti andare a Rapagnano. Soluzione senza senso per il sindaco Pietro Cesetti, perché gli alunni di quinta, l’anno prossimo, andranno in prima media e la pluriclasse si sarebbe subito divisa e perché il divario di età è troppo grande. «Le pluriclassi sono utili per i bambini di sei-sette, perché i più piccoli imparano dai più grandi, ma non oltre», spiega Cesetti, soddisfatto per essere riuscito a «garantire alle famiglie la presenza della scuola». Ma rammaricato perché «l’Usr guarda solo i numeri e la distanza tra i plessi, mentre ogni Comune fa storia a sé».


Lo scollamento
Uno scollamento, quello tra l’Ufficio scolastico e le realtà territoriali, lamentato dalla maggior parte dei primi cittadini.

Quello di Montottone ha vinto la sua battaglia per salvare la prima elementare. Secondo l’Usr gli otto bambini sarebbero dovuti andare a Ortezzano. Invece, a settembre, resteranno in paese. La preside sta, infatti, organizzando una pluriclasse prima-seconda. «Dopo tredici anni, si è scelta la linea rigida, senza deroghe», dice il sindaco Giovanni Carelli, riferendosi all’ex Provveditorato. Per il primo cittadino, oltre alle famiglie, il trasloco a Ortezzano avrebbe creato problemi anche agli insegnanti, «allontanati da dove, magari, erano riusciti ad arrivare dopo anni di carriera». I più penalizzati, però, sarebbero stati i piccoli alunni che «avrebbero dovuto alzarsi alle 6.30, perché il nostro pulmino fa un giro unico, molto lungo, e tocca diversi Comuni». L’altra questione che Carelli solleva è «il controsenso tra cercare di rilanciare i piccoli borghi ed eliminare lo strumento principale per tenerli vivi e attivi, cioè le scuole», sintomo «dell’assenza di un disegno politico unitario». Controcorrente Giovanni Palmucci.


Il sintomo
Il sindaco di Monte Giberto non nutriva grosse speranze sul riuscire a salvare la prima elementare, visto che le famiglie degli unici tre alunni li hanno iscritti da un’altra parte. Per il primo cittadino, è il sintomo della necessità di cambiare modo di pensare. «Quest’anno – fa sapere –, sono tre. Il prossimo saranno ancora meno. La tendenza è questa e possiamo farci poco. Quello che possiamo fare è rinunciare a inutili campanilismi e pensare in prospettiva». Invece di battersi per mantenere ognuno la propria scuola, per Palmucci, avrebbe più senso unire le forze. Per il sindaco, il futuro sono i poli scolastici, «strutture sicure, efficienti e con spazi adeguati che ci permetterebbero di risparmiare e di offrire agli studenti mensa e trasporto gratis».

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