Il Covid uccide l’imprenditore Del Gatto, 75 anni, titolare di un’azienda agricola di Sant’Elpidio a Mare

Giovanni Del gatto, 75 anni, imprenditore, ucciso dal Covid
Giovanni Del gatto, 75 anni, imprenditore, ucciso dal Covid
di Nicola Baldi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 31 Gennaio 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 23:14

FERMO - Il bollettino quotidiano dei decessi Covid nel Fermano ha aggiunto ieri altre tre vittime all’elenco. Tutti avevano, secondo l’Osservatorio epidemiologico regionale, delle patologie pregresse. La più giovane era una donna di 65 anni di Montegiorgio, dallo stesso Comune deceduta anche un’anziana di 82 anni. Ne aveva 75, invece, un uomo di Sant’Elpidio a Mare, Giovanni Del Gatto. Era un volto molto conosciuto in paese.

Imprenditore calzaturiero insieme al fratello, aveva poi cambiato completamente attività, seguendo la sua spiccata sensibilità all’ambiente. Ha così avviato un’azienda agricola, specializzata nell’apicoltura, sul LungoTenna, realtà di cui ha lasciato il testimone alla figlia. Lascia la moglie Anna e tre figli. Oggi pomeriggio saranno celebrati i funerali alla chiesa di Santa Caterina al quartiere Luce.

I positivi

Nella quinta provincia marchigiana i contagi continuano a viaggiare oltre i 500 casi al giorno, ma fortunatamente con una percentuale elevatissima di asintomatici. In aumento anche le classi in quarantena che proseguono l’attività scolastica in Dad. Sta iniziando a calare la pressione sull’ospedale Murri, che ieri contava 3 pazienti in terapia intensiva e 27 al reparto di malattie infettive. E’ tornata a numeri gestibili anche il flusso in pronto soccorso, dopo un inizio di settimana da incubo. Ieri i pazienti Covid in attesa di essere smistati nelle strutture ospedaliere erano 6, mentre la struttura di Sant’Elpidio a Mare contava 13 degenti sui 18 posti a disposizione.


La polemica
Intanto è polemica sulla sanità fermana. «La nostra sanità ha raggiunto tutti i livelli di assistenza sanitaria definiti a livello nazionale. Sostenere che abbiamo un sistema incapace di garantire livelli accettabili, oltre che oggettivamente falso, è offensivo di tutti i professionisti che vi lavorano». Così il direttore dell’area vasta 4 Asur Roberto Grinta, che si difende dagli attacchi continui di questi giorni, ultimo la manifestazione di Dipende da noi, sabato mattina, sotto la Prefettura. Risponde con il raggiungimento degli obiettivi Lea, Grinta, e difende «il livello elevato della nostra assistenza sanitaria». Alle critiche sul mancato pagamento di parte del personale impiegato per le giornate di screening al Fermo Forum di un anno fa, il direttore ricorda che «si firmò un accordo con i sindacati, sulla base del progetto da 320mila euro finanziato dalla Regione. Le regole sottoscritte erano chiare. Le prestazioni aggiuntive non potevano essere attribuite in caso di debito orario del professionista». Sotto l’aspetto tecnico, alle critiche dei sindacati, Grinta risponde che «la deroga di emergenza non si può applicare su una normativa nazionale, perchè questo configurerebbe un danno erariale per l’azienda sanitaria. Può essere invece applicata la prestazione in straordinario, che fa riferimento al fondo della contrattazione sindacale. Le regole erano state ben definite dalla direzione a dicembre 2020, noi abbiamo pagato il dovuto in base a quegli accordi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA