Cinquemila vaccini a settimana per uscire dal tunnel. Il direttore dell'Av4: «Medici e infermieri sono esausti»

Il centro vaccinale di Montegranaro a servizio dell'Area vasta 4
Il centro vaccinale di Montegranaro a servizio dell'Area vasta 4
di Francesca Pasquali
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Domenica 28 Marzo 2021, 04:20

FERMO - Vaccinare entro maggio la fascia 70-79 anni, i “caregiver” e i pazienti “ultrafragili”. È l’obiettivo che s’è data l’Area vasta 4, a partire da metà aprile. Entro il 12 entreranno in azione sei centri vaccinali.

L’unico con la data d’apertura certa è quello di Fermo (il 7), alla “don Dino Mancini”. Lì vaccineranno, affiancati, personale sanitario dell’Asur e medici di base. Sarà l’unica eccezione. 

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I punti
Gli altri punti dislocati nel Fermano (i distretti di Amandola, Montegranaro e Petritoli, il palasport di Porto Sant’Elpidio e la palestra comunale di Falerone. Quello di Porto San Giorgio, dopo l’annuncio del Comune, «è indietro») saranno dedicati solo ai medici di famiglia. Che, ieri mattina, si sono confrontati con la direzione di area vasta. Nella migliore delle ipotesi, saranno vaccinate cinquemila persone a settimana. Che, moltiplicate per le sei settimane previste, farebbe trentamila. I circa sedicimila tra ultrasettantenni e “caregiver” potranno prenotarsi fino al 25 maggio sulla piattaforma regionale, scegliendo il centro più vicino. Gli “ultrafragili”, che sono circa dodicimila, saranno chiamati direttamente dai medici di base. 


Le dosi
Che, per ogni persona da vaccinare, avranno a disposizione una dose di AstraZeneca e una di Moderna o Pfizer e che, in base alle condizioni di salute dei pazienti, decideranno quale vaccino somministrare. Se qualcuno non si presenterà, saranno i medici a contattare altri mutuati della stessa categoria. «Avessimo avuto maggiori disponibilità di vaccino, avremmo potuto ragionare sul doppio dei numeri», afferma il direttore dell’Area vasta 4 , Licio Livini. «Il sistema – prosegue – è in linea con le dotazioni programmate rispetto alle forniture che arrivano dal magazzino centrale regionale».

Dal 1° aprile, invece, le dosi di vaccino, e quelle di anticorpi monoclonali che cominceranno a essere somministrate all’ospedale “Murri”, dovranno essere ritirate ad Ancona. «I vaccini Pfizer e Moderna – spiega il direttore di Distretto, Vittorio Scialè – saranno consegnati scongelati. Avremo cinque giorni per usarli. Un appesantimento terribile per la programmazione». Cantano vittoria i territori, sul piede di guerra di fronte all’ipotesi del centro vaccinale unico, a Fermo. 


Le vaccinazioni
«È giusto portare le vaccinazioni in prossimità. Così, i punti periferici rivivono di altra vita», dice Livini. Quello di Fermo, nella scuola elementare di viale Trento, aprirà il 7 aprile e potrà somministrare fino a 450 dosi al giorno. Avrà due sale d’attesa interne, un’area per l’accettazione, una sala dove tre medici decideranno quale vaccino somministrare e due sale, con sei infermieri per turno, per vaccinare. La strada che fiancheggia lo stadio sarà chiusa, per ricavarne una cinquantina di parcheggi. A Montegranaro, le vaccinazioni degli over 80 termineranno il 13 aprile. Poi l’ex ospedale, come gli altri centri attivati, ospiterà i medici di base. Intanto resta sempre critica la situazione all’ospedale “Murri”, dove ieri i ricoverati sfioravano quota cento (11 in Terapia intensiva, 32 in Malattie infettive, 42 in Medicina Covid, 9 in Pronto soccorso, dove, in triage, stazionavano 6 pazienti “dubbi”). «È una settimana che ne parliamo, ma, di fatto, non è successo nulla».


I posti letto
Poche parole, quelle di Livini, per dire che il “Murri”, dove ormai i pazienti positivi sono quasi tutti fermani, è ancora in emergenza. Nonostante gli appelli dei sindaci del Fermano e nonostante l’oggettività dei numeri, dietro i quali ci sono, però, persone in carne e ossa. L’anno in emergenza pesa sugli operatori sanitari. «Sono stanchi – ammette Livini –, è una situazione che logora e che crea problemi organizzativi e di presenza». I sindacati promettono battaglia. Medici e infermieri fanno quello che possono. Una sessantina non s’è voluta vaccinare, il che non aiuta. Gli altri potranno partecipare all’indagine sierologica volontaria per monitorare la presenza di anticorpi nel loro sangue. Ieri, nel Fermano, i sintomatici erano 417. Qualcuno è già in ospedale, ma altri potrebbero peggiorare e aver bisogno di essere ricoverati. Sì, ma dove? 

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