FERMO - L’ospedale Murri è di nuovo in emergenza. Ieri, i pazienti positivi erano 82. Tanti come non se ne ricordavano dal focolaio di fine anno. Ma stavolta i focolai non c’entrano.
C’entra la curva dei contagi che continua a crescere (ieri, nel Fermano, ci sono stati 111 nuovi casi) e il virus che si diffonde rapidamente. E l’ospedale quasi scoppia. Sono occupati tutti i tredici posti di terapia intensiva, al punto che, l’altro ieri, un paziente che doveva essere ricoverato lì è stato trasferito fuori regione. L’ho ha detto il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, intervenuto in una trasmissione televisiva.
I ricoveri
«Siamo in guerra – ha detto il sindaco –, lo dicono le cifre dei morti, degli ospedali e quelle economiche». «Per Fermo – ha aggiunto –, avere l’ospedale pieno è un brutto segno, perché il “Murri” ha ricevuto e ha ancora ricoverati pazienti del resto delle Marche e adesso attende un segno forte di solidarietà dai sistemi ospedalieri delle altre province, che hanno ospedali in cui, perlomeno le rianimazioni, sono completamente no-Covid». Undici i pazienti positivi che ieri stazionavano in Pronto soccorso, in attesa di un letto. Che difficilmente si troverà, se l’ospedale non passerà alla fase 3. Ipotesi che, però, almeno per il momento, il direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, non sarebbe intenzionato a valutare. Ma l’ospedale, dove ieri è morta una donna di 62 anni di Porto Sant’Elpidio, rischia il collasso, Sono pieni i reparti di Malattie infettive, con 33 ricoverati, e di Medicina Covid, dove ai 22 letti originari, se ne sono aggiunti quattro al quinto piano, quelli dell’ex Area grigia. Mossa che non è piaciuta ai sindacati.
I percorsi
«Già nel corso del 2020 – rimarca il segretario regionale della Cisl, Giuseppe Donati – abbiamo denunciato l’impossibilità di rispettare la divisione dei percorsi pulito-sporco al quinto piano, dove convivono il reparto chirurgico e un reparto Covid». «Far transitare pazienti operandi o operati nel medesimo percorso dei Covid – prosegue il sindacalista – è un azzardo per gli operatori e per i malati, visto che, ad oggi, il protocollo prevede, in caso di transito del paziente Covid, la presenza di una guardia giurata che regoli il traffico e la sanificazione del percorso tramite lavaggio del pavimento.