L'avviso di Steat alle scuole: «Se salgono i contagi Covid, andranno considerati gli ingressi scaglionati»

L'avviso di Steat alle scuole: «Se salgono i contagi Covid, andranno considerati gli ingressi scaglionati»
L'avviso di Steat alle scuole: «Se salgono i contagi Covid, andranno considerati gli ingressi scaglionati»
di Francesca Pasquali
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Domenica 29 Agosto 2021, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 09:10

FERMO - Se i contagi continueranno a salire, le scuole superiori dovranno cambiare passo. Accettare l’idea degli ingressi scaglionati e farla propria. Non impuntarsi, com’è successo l’anno scorso, a far entrare tutti gli studenti insieme, alle otto di mattina. Perché, stavolta, gli autobus per portarli tutti a scuola, potrebbero non esserci. O, chi di dovere, potrebbe decidere di non pagarli.

È lapidario Fabiano Alessandrini, mentre fa il punto sui trasporti in vista della riapertura delle scuole.

Si dice tranquillo, il presidente della Steat, a diciotto giorni dal ritorno in classe.

Il summit

La prossima settimana ci sarà un incontro in Prefettura, per capire il da farsi. Attorno al tavolo siederanno i presidi e la società del trasporto pubblico locale, tra i quali, dal Covid in poi, non è scorso buon sangue. Con i primi arroccati contro i doppi turni e la seconda che ha rimediato con venti bus in più per portare a scuola i ragazzi quando la capienza era al 50%. Gli stessi che potrebbero tornare in strada se le cose dovessero mettersi male e la capienza, per adesso confermata all’80%, dovesse ridursi. Ma che la Steat, potendo, eviterebbe di usare. «Ripartiamo con le stesse modalità con cui abbiamo chiuso. In base ai dati pregressi e, se la situazione resterà questa, grossi problemi non li dovremmo avere», spiega Alessandrini. Che tira le orecchie all’Iti “Montani” e al Liceo scientifico “Calzecchi Onesti”, che da soli «fanno il 60% della popolazione scolastica». E che non hanno ancora fornito l’elenco degli studenti.

I dati mancanti

«Non abbiamo i dati aggiornati perché le scuole li hanno comunicati solo in minima parte. Mancano quelli dell’Iti e dello Scientifico, senza i quali dovremo continuare a basarci sul pregresso per organizzare le corse», fa sapere il presidente della Steat. Che, coi presidi, è perentorio: «Nella malaugurata ipotesi di tornare al 50% di capienza, le scuole dovranno aderire agli scaglionamenti, invece di fare muro e rigettare, com’è successo l’anno scorso, ogni ipotesi di ingressi differiti. Fin dall’inizio dell’anno, dovranno avere un piano b». Che – rimarca Alessandrini – avrebbe permesso alla Steat di portare a scuola tutti gli studenti, senza ricorrere ad autobus in più, e alle scuole di evitare la didattica a distanza. «È passato il messaggio che il problema erano i trasporti, perché non riuscivano a portare a scuola tutti gli studenti nello stesso momento. Ma, se le scuole avessero accettato lo scaglionamento, non dico mattina e pomeriggio, ma come da noi proposto, di due ore, avremmo avuto molti meno problemi», puntualizza il presidente della società del trasporto pubblico.

La sorveglianza

Con la questione capienza per adesso al sicuro, a preoccupare sono i controlli. Per il ritorno in classe, la Steat conferma i quindici steward alle fermate e i cinque nei terminal più congestionati. A loro il compito di vigilare sui ragazzi, quando, scesi dai bus, vanno verso le scuole e quando stanno per tornare sui pullman. Figure nuove, arrivate col Covid, che tengono d’occhio gli studenti, controllando che indossino le mascherine, che si siedano nei posti giusti e che non si assembrino. Scene viste e riviste nelle ultime settimane di scuola. Quando i ragazzi, alla fine di due anni tra dad e lezioni in presenza, con l’arrivo del caldo, hanno rotto gli indugi. E non farli abbracciare o parlare in gruppetti senza mascherine era una missione impossibile. Più volte la Steat, a Fermo, aveva chiesto l’aiuto dei vigili urbani – spiega Alessandrini –, ma ha sempre dovuto fare da sola, «sopperendo a una mancanza che si è fatta sentire».

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