Il reddito di cittadinanza chance per trans
e squillo: «Nella card già 780 euro»

Il reddito di cittadinanza chance per trans e squillo: «Nella card già 780 euro»
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Sabato 27 Aprile 2019, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 16:48
FERMO - E' tutto a posto?» domanda il trans all’impiegata dietro al bancone dopo aver ritirato la card gialla, quasi non ci crede ancora, sgrana gli occhi e si rigira la tessera tra le mani «ma com’è, tengo già 780 euro? La mia emozione è unica». Esce dalle Poste con un sorriso a 32 denti. E’ accaduto pochi giorni fa in un comune della costa. Reddito di cittadinanza pure a trans e prostitute, sorride un universo variegato fatto di uomini e donne di tutte le nazionalità che si vendono per vivere o sopravvivere. 

 

Non tutte e non tutti quelli del mestiere possono ricevere la card ma chi può dimostrare di vivere in povertà assoluta sì. A pescare nel mucchietto dei transessuali radicati sulla costa fermana che in passato era l’Eldorado per curiosi in cerca del fremito trasgressivo, chi ha fatto domanda se l’è vista accogliere. Pare siano state tutte accettate le richieste di un ristretto gruppo di femminielli residenti tra Porto Sant’Elpidio e Lido di Fermo. È partita la caccia al reddito perché per qualcuno 780 euro potrebbero significare nuova vita, cambio di prospettiva, magari un lavoro normale. I trans che si prostituiscono da queste parti, non si arricchiscono come un tempo, tirano a campare, sbarcano il lunario. Hanno difficoltà a pagare l’affitto. Sono arrivati 20, 30 anni fa giovanissimi e oggi sono cinquantenni. Hanno vissuto il boom della trasgressione ed erano ricercati fino al 2007, poi è cambiato tutto.

Q!ualcuno è andato via nel frattempo, è tornato a casa nel profondo Sud. Qualcun altro è rimasto in zona e continua ad attingere al tesoretto che si era messo da parte in epoca di vacche grasse. Bottini che sono andati via via riducendosi fino a garantire a malapena il minimo sostentamento. Ben venga il reddito di cittadinanza quindi, perché il quadro rispetto al periodo pre-crisi è profondamente cambiato. Le vecchie glorie transgender sono in attività, anche con qualche annetto in più, ma non vivono certo i fasti del passato, costretti a vendersi controvoglia sopravvivono in un sistema sempre più competitivo. Si rivolgono alla Caritas per gli alimenti, qualcuno s’invischia con la droga e i furtarelli. Ma chi ha le carte in regola vede in quei 780 euro la possibilità di una svolta. In questi giorni c’è stata la corsa a fare domanda e già qualcuno ha ritirato la card gialla. C’è un’euforia che non si registrava da tempo in questi ambienti e non ci si deve stupire di questo perché chi vive tra emarginazione e speranza con un mestiere che mestiere non è, non può non tirare un sospiro di sollievo quando si vede accreditare quella somma sul conto. 

I transgender, quelli che si fanno pubblicità sui giornaletti ma faticano ad arrivare a fine mese, si vendono lungo la costa dove la concorrenza è sempre più spietata, figurarsi la contentezza di avere 780 euro spuntati dal nulla. Capire la fetta di popolazione cui si fa riferimento è difficile se non impossibile. E sarebbe ingiusto perché si entra in una sfera privata che tale deve restare. Ma per comprendere il fenomeno i numeri possono dare un contributo. Partendo dal presupposto che prostituti e prostitute devono promuoversi per attirare i clienti, e considerando che tanti pubblicano foto osé sui giornali periodici di annunci, si può misurare il fenomeno spulciando quelle rubriche che spesso si trovano abbandonate sulla strada. Si scopre così che sul litorale tra Civitanova e Porto San Giorgio ci sono cento prostitute, donne e trans.

Il numero è sottostimato perché sono solo i più attivi a farsi pubblicità anche sulla carta. In questo immenso mondo variegato il reddito possono chiederlo le persone con le carte in regola. Tagliate via tante ragazze dell’est che non figurano sul territorio e tante altre straniere irregolari, i femminielli napoletani sono quelli che più facilmente possono attingere a questo strumento contro la povertà. D’altronde sono proprio loro i migliori rappresentanti della fascia più debole e a rischio, sfruttati di notte ed emarginati di giorno con la carta cercano di sottrarsi alla miseria, che non è mai solo economica. Dovendo spendere la cifra che viene loro garantita, poi, fanno circolare moneta e questo è un bene per l’economia. Mai trascurare i controlli però perché già nel sottobosco dell’illegalità che si nutre di spaccio qualcuno ha già fatto arrivare una proposta indecente «mi voleva cedere la scheda in cambio di soldi liquidi, poche centinaia di euro subito al posto della card gialla, ma io non ho accettato» è la confidenza raccolta a San Tommaso.
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