Un inferno lungo tre mesi: festa grande per Peter che ha sconfitto il Coronavirus

Sant'Elpidio a Mare, un inferno lungo tre mesi: festa grande per Peter che ha sconfitto il Coronavirus
Sant'Elpidio a Mare, un inferno lungo tre mesi: festa grande per Peter che ha sconfitto il Coronavirus
di Pierpaolo Pierleoni
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Domenica 14 Giugno 2020, 02:45

SANT’ELPIDIO A MARE - Palloncini e bandiere, musica e cartelli, sorrisi che finalmente possono esplodere anche se nascosti dalle mascherine. L’incubo è finito. Franco Orsili, per tutti Peter, è tornato ieri mattina nella sua casa di via Lombardia, a Sant’Elpidio a Mare, dopo tre mesi infernali a combattere il Coronavirus.

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Sessantanove anni, direttore di banca in pensione, Orsili ha trovato il quartiere Ponte Rotto in festa, poco prima di mezzogiorno, quando è rientrato dal centro riabilitativo Santo Stefano di Ascoli Piceno, dove ha trascorso l’ultima parte del ricovero. Insieme alla moglie Orietta e ai figli Alessia e Marco, a festeggiarlo c’erano vicini di casa, amici di vecchia data, familiari, l’allegria dei musici della Pasquella ad intonare per lui alcuni canti popolari. 
 
Il bentornato
Ai lati del portone della palazzina dove abita, due scritte: “Bentornato Peter” e “Ci sei mancato Capitano!” Un appellativo conquistato sul campo della Contesa del secchio: Orsili è stato giocatore e capitano per diversi anni della nobile contrada San Giovanni, ha indossato anche l’abito del Capitano del popolo. Il cartellone più colorato, sicuramente il più importante per lui, il “bentornato nonno” dei due nipotini. Emozionato, Orsili, a trovare un abbraccio così caloroso dal suo paese. Una cinquantina le persone che si sono radunate nel cortile sotto casa o lo hanno atteso dai balconi. Per Franco, un sorriso e qualche parola scambiata con tutti, un tocco di gomito per salutarsi al posto della stretta di mano, un grande sollievo dopo aver attraversato mesi durissimi. Orsili si era ammalato di coronavirus a marzo, quando è iniziato il lockdown, nella fase in cui il virus è esploso in tutta Italia. Una brutta polmonite lo ha costretto al ricovero, le sue condizioni sono state molto serie ed ha trascorso alcune settimane intubato, in terapia intensiva a San Benedetto del Tronto. 
La malattia
La notizia della sua malattia si era diffusa rapidamente in paese, dove l’uomo è conosciutissimo. Poi, per fortuna, la ripresa. Difficile, lenta, ma continua. «E’ stato tremendo – racconta Peter – ho visto davvero la morte in faccia, in alcuni momenti ho pensato che non ce l’avrei fatta. Anche quando la fase acuta è passata ho attraversato momenti duri, avevo perso tantissimo peso, non stavo in piedi, ero molto debilitato. L’ultimo mese l’ho passato al centro riabilitativo Santo Stefano di Ascoli e ci terrei a ringraziare tutto il personale, medici, infermieri, oss. Mi hanno accudito giorno per giorno, ho ricevuto davvero un trattamento a 5 stelle e pian piano ho ripreso energie, ho recuperato tono muscolare e parte del peso, ora mi sento molto meglio. Ringrazio tutti per questa bellissima accoglienza». In ultimo, un palloncino a forma di cuore lanciato in alto, come a ricordare anche chi purtroppo, nella lotta contro il Covid, non ha avuto lo stesso lieto fine di Peter.

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