MONTEGIORGIO - È finalmente tornato a casa ieri dopo quasi 7 mesi di ricovero, 200 giorni, Paolo Tartufoli, il cittadino montegiorgese che ha combattuto la guerra più lunga e dura contro il Covid.
E parliamo di un cittadino molto conosciuto, perché Tartufoli, oltre ad aver ricoperto anche la carica di sindaco a Montegiorgio, è il governatore della Confraternita della Misericordia Gruppo Volontari Ambulanza che presta servizio di soccorso in 12 Comuni dell’entroterra.
Pur conoscendo la sua natura riservata sempre lontana dal clamore, proprio i “suoi” volontari gli hanno organizzato una festa di bentornato a sorpresa, alla quale hanno partecipato tante persone che lo amano e stimano e che in questi lunghi mesi hanno pregato per la sua guarigione.
I presenti
Oltre al parroco don Pierluigi e al sindaco Michele Ortenzi di Montegiorgio, non sono voluti mancare anche numerosi altri sindaci dei Comuni che si avvalgono del servizio della Misericordia, come Ceroni, Rotoni, Ferranti, Forti e Bascioni. Il suo arrivo davanti casa è stato un momento toccante per tutti i presenti e quelli che in questi lunghi mesi avevano temuto il peggio per lui. Quando è sceso dall’auto è scoccato un lungo e caldo applauso che ha voluto sostituire quell’abbraccio affettuoso e liberatorio, in questo periodo inibito dai protocolli di sicurezza. Più di tutti toccante per Paolo che ha finalmente rivisto la sua casa e la sua famiglia, la moglie, la figlia e i 2 nipotini i quali, in un lungo striscione che campeggiava sul balcone, avevano scritto a caratteri cubitali “Bentornato nonno”.
Le parole
Sincere e toccanti anche le parole del sindaco Ortenzi che, interpretando il sentimento comune, gli ha tributato un caloroso bentornato. «In questo periodo che è stato lunghissimo - ha detto - si sono alternati tanti stati d’animo che non sono semplici da descrivere, ma questa comunità si è sempre stretta intorno alla tua persona. Abbiamo tutti pregato per te, abbiamo tutti fatto il tifo per te, e vederti qui oggi per noi è una sorta di miracolo». Anche Tartufoli dalla finestra della sua casa, anche se con fatica, ha voluto ringraziare «per la dimostrazione di affetto e di sostegno di tutti quanti in questi 7 mesi sono stati vicini a me e alla mia famiglia, perché questa vicinanza è stata per me molto importante. Non mi aspettavo tanto dolore e tanta partecipazione per il mio arrivo, anche se ero convinto che gli amici ci sono e si riconoscono nei momenti di bisogno. Adesso cerchiamo di recuperare quello che manca e poi speriamo di tornare alla vita normale».
La notizia
Era stato ricoverato il 21 marzo al Murri di Fermo. Il peggioramento del suo stato di salute aveva richiesto un lungo periodo di terapia intensiva. Poi, per i postumi della malattia, gli sono stati necessari mesi di riabilitazione respiratoria e motoria e per questo era stato trasferito in una clinica di Ascoli. Ieri il suo sguardo era felice e carico di aspettative per un futuro migliore.
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