Fermo, coronavirus e sgravi al Sud, trema il calzaturiero: «Le prossime fiere potrebbero essere le ultime»

Fermo, coronavirus e sgravi al Sud, trema il calzaturiero: «Le prossime fiere potrebbero essere le ultime»
Fermo, coronavirus e sgravi al Sud, trema il calzaturiero: «Le prossime fiere potrebbero essere le ultime»
di Massimiliano Viti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Agosto 2020, 06:55

FERMO - Distretto calzaturiero nell’area di crisi complessa: chi ha la forza di investire? E la decisione del Governo di concedere sgravi al Mezzogiorno (dall’Abruzzo in giù) rischia di provocare una fuga delle produzioni per le griffe del lusso che stanno salvando la scarpa marchigiana. «Siamo preoccupati, inutile farsi illusioni» commenta Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Centro Adriatico che aggiunge:

LEGGI ANCHE:
Terza vittima del mare in meno di una settimana: muore una donna di 70 anni

«Si metta la mascherina», ma la cliente si rifiuta. Tensione tra le bancarelle del mercato


«È appena uscito il primo bando da 5 milioni di euro per l’area di crisi complessa, ma parlare di investimenti con i magazzini pieni e le vendite in stallo nei negozi di mezzo mondo è alquanto complesso. Ancora di più quando dal Governo arrivano provvedimenti insensati, come lo sgravio al costo del lavoro del 30% ma solo per il Sud. Il che significa di veder trasferire intere produzioni, in particolare delle griffe, dalle Marche in Puglia o in Campania. Noi siamo abituati a lottare, ma non vorremmo che le prossime fiere fossero le ultime per molte imprese marchigiane, che vanno aiutate in modo da poter garantire il lavoro e quindi il sistema sociale».
 
Situazioni negative
Fenni mette sul piatto le preoccupazioni di un settore, quello calzaturiero, che oltre ai suoi punti di debolezza endemici ha dovuto far fronte a imprevedibili eventi negativi esterni, tra cui il terremoto, la vicenda legata a Banca Marche e, ora, la pandemia Covid-19. Un settore che appare allo stremo, fatta eccezione per alcune aziende che hanno intrapreso un andamento positivo da tempo. E sono proprio queste le aziende pronte ad investire, sfruttando gli incentivi previsti dall’area di crisi complessa che dunque rischiano di diventare non tanto uno strumento per far recuperare gli ultimi della classe quanto un motore per far andare più veloce i primi. E proprio ai confini dell’area di crisi il Governo ha previsto degli aiuti. Quegli stessi aiuti che la scarpa marchigiana chiedeva da tempo. Se non è una beffa questa. 
Le fiere
La prossima fermata è il Micam dal 20 al 23 settembre a Milano. La fiera più importante per la calzatura avrà una edizione ricca di punti interrogativi per colpa del Coronavirus e delle restrizioni sui viaggi. Per un’azienda è difficile pensare a quanti ordini potrà ricevere. Una risposta sulle attuali condizioni del mercato arriverà da Düsseldorf in Germania, dove dal 30 agosto al 1 settembre si svolgerà Gallery Shoes. «Quello tedesco è un mercato fondamentale per le nostre imprese, ma ancora pieno di incognite, visto che anche la Germania ha attuato un lockdown molto duro. I negozi? Hanno riaperto, ma anche in Germania un paio di stagioni le abbiamo perse» afferma Giampietro Melchiorri, vice presidente di Confindustria Centro Adriatico. Gli imprenditori, che nei mesi di blocco hanno accelerato la digitalizzazione, puntando anche su showroom virtuali e b2b a distanza, non possono però fare a meno dell’incontro che solo le manifestazioni fieristiche riescono a garantire. 
Il supporto
Per questo, le associazioni di categoria, come Assocalzaturifici, hanno investito risorse per agevolare la partecipazione. Nelle Marche l’accordo è arrivato da Regione e Camera di Commercio unica. «Abbiamo fatto il massimo per andare incontro agli associati. Capisco chi non ci sarà a Milano, ma con le condizioni attuali è illogico non partecipare» afferma Fenni. «Grazie alla Simest le imprese hanno la possibilità di accedere a finanziamenti per sostenere le spese di partecipazione alle fiere internazionali, fisiche o digitali, che si svolgeranno in Italia ed all’estero.

L’importante è che il finanziamento venga richiesto prima dell’inizio della fiera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA