Fermo, Sandra e Giancarlo, nozze d'oro in ospedale: così l'amore sconfigge il Coronavirus

Fermo, Sandra e Giancarlo, nozze d'oro in ospedale: così l'amore sconfigge il Coronavirus
Fermo, Sandra e Giancarlo, nozze d'oro in ospedale: così l'amore sconfigge il Coronavirus
di Francesca Pasquali
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Domenica 12 Aprile 2020, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 14:25

FERMO - Due cuori di cioccolato, la marcia nuziale, due mani che si stringono. Nozze d’oro al reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Murri. Il 4 aprile Sandra e Giancarlo hanno festeggiato i cinquant’anni di matrimonio. Nonostante il Coronavirus e nonostante le maschere in faccia per respirare meglio. La coppia di Fermo, 71 anni lei e 73 lui, ora sta un po’ meglio ed è stata trasferita a Malattie infettive, ancora fianco a fianco. L’idea di celebrare l’ambito traguardo è venuta all’infermiera Roberta Ferretti.

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«Ho portato da casa due cuori di cioccolato e il “50” di cera del compleanno di mio marito. Abbiamo aspettato la sera perché era stata una giornata molto impegnativa, ma non potevano non festeggiarli. Abbiamo messo la marcia nuziale. Un’emozione unica», racconta. Affaticati eppure emozionati, i due pazienti si sono stretti forte le mani.
«Sono molto innamorati. Lei si è commossa, lui continuava a ripetere che amava la moglie e che avremmo dovuto vederla ballare per quanto è brava. Abbiamo incominciato a piangere anche noi. Ci si sono appannati gli occhiali. Non vedevamo più nulla, ma si assaporava l’amore, nonostante il Covid», fa sapere l’infermiera. Con un cellulare incellofanato sono state scattate le foto poi mandate ai famigliari della coppia.
Il vecchio stile
«Ci hanno fatto un bellissimo regalo. Nostro padre e nostra madre sono nati per stare insieme. Sono una coppia vecchio stile, di quelle che non esistono quasi più», dicono i figli Gianluca e Andrea e ringraziano i sanitari per l’attenzione dedicata ai genitori. In Terapia intensiva era arrivata prima Sandra, poco dopo l’aveva raggiunta il marito. Erano nella stessa stanza senza saperlo. Si cercavano, a pochi letti di distanza uno dall’altro. Lei, preoccupata, sapeva che il marito si trovava in un altro reparto e voleva sapere come stava. Lui lo stesso. Le infermiere se ne sono accorte e hanno deciso di spostare i letti, per farli stare vicini. Era venerdì. Il giorno prima del loro anniversario. Per fortuna ora stanno migliorando, come tanti altri pazienti del Murri. Dove è stato chiuso uno dei quattro settori della Terapia intensiva. Negli ultimi giorni ci sono state parecchie dimissioni dal reparto. «Speriamo non ci sia bisogno di riaprirlo – dice l’infermiera Ferretti –, per questo chiedo alla gente di continuare a restare a casa, soprattutto in questi giorni di festa, per non vanificare tutto quello che è stato fatto finora».
La tuta
«Vorrei – prosegue – non dover più andare a lavorare con quella tuta. Basterebbe mezz’ora in reparto per far passare a chiunque la voglia di uscire. Ogni giorno vediamo tanta sofferenza, ma anche tanta speranza».

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