MONTEGRANARO - Una scelta controcorrente quella che ha portato la proprietà del ristorante Villa Bianca ad aprire in serale, cioè dopo le 18, oltre l’orario consentito dalle norme vigenti.
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L’iniziativa, che ha conquistato la ribalta mediatica, a partire dalla cena di venerdì scorso con la replica nel giorno seguente. Un’azione di disobbedienza alle norme sul Covid che è costata l’arrivo delle forze dell’ordine e di cui abbiamo riferito in questi giorni.
«Abbiamo aperto per non chiudere più - commenta ora il titolare della struttura, Marco Biagiola -: la nostra categoria, abbandonata a se stessa, ha sostenuto troppi sacrifici per poter sopravvivere e non poteva più rimanere passiva, accettando restrizioni che, seppur legittime dal punto di vista procedurale, da quello pratico sono prive di senso.
La scelta
Biagiola ricorda che per «le cene del weekend naturalmente avevamo pensato a ogni opportuna misura di sicurezza: clienti contingentati (di poco superiori alle 20 unità, ndr), rilevamento della temperatura, sanificazione dei tavoli e adeguati spazi di distanziamento: disponendo di un ampio salone per matrimoni è facile intuire la separazione che abbiamo potuto garantire tra i tavoli. Su questo aspetto non riusciamo a comprendere come Villa Bianca, che vanta oltre 800 metri quadrati di area per banchetti e cerimonie, debba restare chiusa la sera. Possiamo garantire misure di distanziamento che sono oltre il doppio di quanto previsto dai vari Dpcm, ben oltre i supermercati che, a differenza nostra, restano aperti. Avevamo pensato a tutto, anche a emettere gli scontrini al tavolo entro le 21.30 in modo da lasciare tempo ai clienti di rientrare nelle abitazioni entro le 22». La protesta, dunque, non si ferma. «Spero - riprende - che serva a far cambiare le valutazioni dei governanti e quindi le restrizioni nei nostri confronti, considerando anche che i ristori finanziari dello Stato sono stati distribuiti in maniera insufficiente. Villa Bianca era un’azienda solida, abbiamo dovuto indebitarci per sopravvivere».
L’impegno
A chiudere la ricognizione sui motivi che hanno spinto il management della struttura ad agire in tal senso arriva anche il commento della responsabile marketing, Eleonora Crocetti. «Abbiamo messo in campo - ribadisce - un’azione pacifica, assolutamente nel rispetto della salute di tutti, staff e clientela. Nulla di sovversivo, anzi, direi piuttosto incentrato sul nobile intento, nel caso in questione della ristorazione, di potercela fare imprenditorialmente contando soltanto su forze autonome. Mi sento quindi di ringraziare i tanti, tantissimi sostenitori alla causa che sui nostri social ci hanno manifestato solidarietà e vicinanza».