Fermo, la presidente dell'Ordine dei medici avverte: «La Fase 2 non è un "liberi tutti". Rischio di nuovi focolai

Fermo, la presidente dell'Ordine dei medici avverte: «La Fase 2 non è un "liberi tutti". Rischio di nuovi focolai
Fermo, la presidente dell'Ordine dei medici avverte: «La Fase 2 non è un "liberi tutti". Rischio di nuovi focolai
di Veronica Bucci
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Venerdì 15 Maggio 2020, 03:50
FERMO - Finalmente è stato superato il periodo del lockdown ma occorre continuare a tenere alta la guardia, soprattutto affiancandosi al lavoro sul territorio di tutti i sindaci: è il senso dell’intervento di Anna Maria Calcagni, presidente dell’Ordine dei medici di Fermo durante questi giorni di progressiva riapertura. Nei giorni scorsi è toccato alle fabbriche, lunedì prossimo a bar e ristoranti.

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«Imprescindibile e gravoso - rimarca la Calcagni - il compito delle autorità preposte, degli operatori sanitari e, in special modo, dei sindaci stretti tra le pressanti richieste delle associazioni delle categorie produttive, artigianali, commerciali, per lo svago e il tempo libero per una ripresa delle attività la più celere possibile e le giuste preoccupazioni dell’autorità sanitaria: il non rigoroso rispetto dei protocolli potrebbe provocare un improvviso ritorno di focolai di Covid-19».
 
Secondo la presidente dell’Ordine, «purtroppo alcuni hanno interpretato l’inizio della fase 2 come un “tana libera tutti”, rischiando di vanificare i due mesi di sacrifici di tutti gli italiani. Come per un focolaio che cova sotto la cenere in una foresta è sufficiente un alito di vento per provocare un incendio spaventoso, così il virus è presente tra noi e basta un asintomatico positivo e comportamenti scorretti di distanziamento sociale per riaccendere l’epidemia. Recenti episodi in Corea del Sud dove, grazie ai “supertracciamenti” era uscita dalla fase 2, è bastata l’incoscienza di una sola persona in una notte per contagiarne, per ora, 101 e determinando il lockdown di interi quartieri della capitale Seul e in Cina dove a Wuhan, dopo oltre 30 giorni di contagio zero, verranno obbligatoriamente testati tutti gli oltre 8 milioni di abitanti per individuare gli asintomatici positivi che hanno riacceso l’epidemia. E’ chiaro che questo tipo di provvedimenti che può prendere solo un Paese come la Cina non sono ipotizzabili in Italia. Da qui la necessità di non abbassare la guardia perché a Campobasso è bastata una non corretta partecipazione a un funerale per avere in poco tempo 72 contagiati già conclamati e in costante aumento. Le Tv ci hanno fatto vedere e le cronache giornalistiche leggere assembramenti senza precauzioni né distanziamento sociale nei luoghi della “movida” di parecchie città; questi comportamenti scriteriati potrebbero portare al riaccendersi, in quelle città, di focolai importati con l’ovvia necessità di istituire nuove “zone rosse” e la conseguente richiusura delle attività appena aperte». Per la Calcagni «se vogliamo avviarci a uno stile di vita abbastanza accettabile e con la quasi totalità delle attività aperte ma con la copresenza del virus sempre in agguato dobbiamo tutti assumere un atteggiamento responsabile».
Le misure
Servono distanziamento sociale ed elementari precauzioni sanitarie tutti i giorni. «e in special modo nei fine settimana, giorni in cui il virus non va in vacanza, ma approfitta dei comportamenti irresponsabili di pochi per accelerare la diffusione. Leggere sulla stampa di genitori che tolgono nei parchi le fasce di distanziamento dai giochi dei bambini per farli utilizzare senza sanificazioni e di giovani che si accalcano senza protezioni non pone a favore di una positiva evoluzione dell’epidemia. Bene fanno i sindaci a tenere alta la guardia e a far reprimere anche severamente comportamenti irresponsabili anche perché poi a pagare le maggiori conseguenze di un eventuale brusco ritorno al lockdown saranno proprio le attività produttive e le fasce più anziane e deboli della popolazione».
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