Pacchi dono e file alle mense per giovani e volti nuovi: così il Covid ingrossa l'esercito dei poveri

Fermo, pacchi dono e file alle mense per giovani e volti nuovi: così il Covid ingrossa l'esercito dei poveri
Fermo, pacchi dono e file alle mense per giovani e volti nuovi: così il Covid ingrossa l'esercito dei poveri
di Francesca Pasquali
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Lunedì 4 Gennaio 2021, 08:57

FERMO - Un indumento, un dolce, un passatempo, un prodotto di bellezza. Sono arrivati da tutto il Fermano i pacchi di Natale solidali. A prepararli, spesso corredati da fiocchi e bigliettini, scuole e famiglie. Sono stati distribuiti nei giorni di festa, per donare un sorriso ai più bisognosi.

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Quelli che, come ogni altro giorno dell’anno, hanno affollato le mense del Ponte e della Caritas.

Un afflusso costante, quasi raddoppiato dopo l’estate. In fila per ritirare la busta con il pranzo, anche tanti italiani, tra cui diversi giovani sotto i trent’anni.

Lo scenario, in questi ultimi anni è cambiato. E con la pandemia ancora di più. Il giorno di Natale, la cucina del Ponte a Fermo ha sfornato una settantina di pasti. Gli anni passati erano stati più o meno la metà. Ottanta i pacchi alimentari distribuiti dal 24 al 27 dicembre, che hanno aiutato, in tutto, 350 persone. Numeri che certificano l’emergenza in corso.

Le conseguenze

«Sono gli effetti della mancanza di lavoro di diversi mesi e del precariato. Situazioni che andranno ad accrescere il numero di chi ha problemi a pagare l’affitto», spiega il presidente del Ponte, Silvano Gallucci. Perché, tra la gente in fila, le facce nuove sono tante. Persone non abituate a chiedere aiuto, che fino a poco tempo fa ce la facevano da sole, ma che adesso non riescono a sbarcare il lunario. Uomini e donne che hanno voglia di parlare, di sentirsi vivi. Che, soprattutto nei giorni di festa, oltre a un piatto caldo, cercano una parola di conforto e un sorriso. «Dicono di non avere più niente – fa sapere il presidente del Ponte – e che vorrebbero una vita normale. Noi li ascoltiamo. Se si sentono considerati, vivono meglio. Molti hanno ancora molto da dare. Quel che cercano è rispetto, dignità e considerazione. Far trovare, nei giorni di festa, qualcosa in più da mangiare e due parole in più da scambiare è bello. Sono momenti di felicità vera che ci aiutano a crescere insieme».

Il territorio

Il Fermano alle prese con l’emergenza legata al Covid, quest’anno, s’è scoperto più generoso che mai. Cresciuto l’impegno per sostenere le famiglie in difficoltà. Tante le donazioni, «anche cospicue», arrivate all’associazione, con cui sono stati acquistati pure panettoni e torroni da donare. Tanti anche i pacchi solidali preparati dalle famiglie. Un’idea partita dalla Francia, importata dal nord Italia e arrivata fino a qui. Dentro, sciarpe e cappelli, peluche, biscotti e trucchi. Una carezza per strappare un sorriso a chi di ragioni per sorridere non ne ha molte. «A Porto San Giorgio li hanno preparati le scuole insieme alla Caritas, a Montegranaro le famiglie con la parrocchia. Sono arrivati da tutto il Fermano, poi li abbiamo distribuiti. È stato bello vedere tante famiglie coinvolte», spiega a sua volta il coordinatore dei progetti della Caritas diocesana, Stefano Castagna. Che conferma, nell’ultimo periodo, «l’aumento delle richieste, soprattutto da parte di famiglie italiane, e delle donazioni», a cui si aggiungono gli aiuti straordinari dei Comuni, in alcuni casi erogati da soli, in altri di concerto con le associazioni di volontariato. L’organismo pastorale della Cei usa le seconde per soddisfare le prime. Preparando pasti caldi, ma anche distribuendo buoni alimentare per dare alle famiglie in difficoltà la possibilità di gestire un minimo la spesa e aiutandole a pagare gli affitti.

L’obiettivo

«In questo momento così difficile proviamo a evitare gli sfratti – dice ancora Castagna – e il conseguente disagio abitativo». Sarebbe un colpo troppo duro per le famiglie già in difficoltà. «Il momento è complicato – chiosa –, durante il Covid abbiamo fatto nuovi inserimenti di senza fissa dimora nei dormitori, ma far rispettare le regole non è facile».

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