L'ospedale Murri corre verso la Fase 3, presto altri reparti Covid: «Protesta tardiva»

Fermo, l'ospedale Murri corre verso la Fase 3, presto altri reparti Covid: «Protesta tardiva»
Fermo, l'ospedale Murri corre verso la Fase 3, presto altri reparti Covid: «Protesta tardiva»
di Francesca Pasquali
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Sabato 14 Novembre 2020, 10:25

FERMO - «Un ragionamento fatto fuori tempo». Bolla così, il direttore dell’Area vasta 4, la levata di scudi del Fermano per difendere il Murri. Non ha il piglio combattivo di qualche settimana fa, Licio Livini. Nel teatrino di via Zeppilli dove ha radunato la stampa, ha la faccia stanca.

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Non parla a braccio, come al solito. Legge gli appunti che tiene sul tavolo. «Non è il momento per le rivendicazioni politiche. Urlare ora fa male e fa passare messaggi distorti e negativi», dice e parla di «cittadini disorientati», convinti che il Murri sia solo Covid.

«Siamo in un’emergenza vera.

Le strategie sono dettate dalla gravità della situazione. Il Murri deve svolgere appieno la propria funzione, ma il virus non passeggia per i corridoi», aggiunge, provando a spegnere le polemiche sulla funzione dell’unico ospedale della provincia.

Le scelte

«Il ruolo del Murri – spiega – non può essere ridimensionato. Anzi, deve essere amplificato, perché è in grado di riorganizzare le attività e ha personale che, seppur contato, sa fare il suo lavoro, ma che ha bisogno di fiducia e sostegno». A due giorni dalla Conferenza dei sindaci, il silenzio della Regione sa di risposta già data. Il Murri in trincea vuole evitare la temuta fase 3, ma sa che sarà il Covid a decidere. Intanto, l’ospedale resta misto. «Le cure vengono mantenute, ridotte e sospese. Sappiamo distinguere ciò che può aspettare da ciò che è urgente. Certo, se ci avessero dato alternative, sarebbe rimasto pulito», dice Livini. Ma di alternative non ce ne sono state. A questo punto – ragiona il direttore dell’Av 4 –, tornare indietro non avrebbe senso. Anzi, sarebbe controproducente. Perché il virus è imprevedibile e un paziente può peggiorare in pochissimo tempo.
Il reparto
Meglio, allora, poter contare su una Rianimazione “sporca”, da non far, però, andare oltre quei sette letti già occupati. Se il “modulo Fermo” al Covid Hospital è naufragato prima di prendere il largo, per Livini, è colpa della burocrazia. Dei tavoli coi sindacati che non hanno portato a niente. «Con quelli locali abbiamo fatto tre passaggi, ma gli accordi devono passare per l’azienda madre e lì si è frenato tutto», fa sapere. A breve, anche l’ex ospedale di Sant’Elpidio a Mare sarà chiamato a fare la sua parte. Ospiterà venti pazienti post-acuti dove adesso ci sono le cure intermedie. Nessun cambiamento, invece, per gli altri servizi. Anche l’Inrca si starebbe muovendo per organizzare spazi Covid. Già in campo la Rsa di Campofilone dove è stata confermata la morte di una donna di 79 anni di Monte Urano deceduta nei giorni scorsi. S’è fatto anche il punto sui dpi e sui tamponi al personale sanitario e non, ieri. Quanto ai primi, l’Av 4 assicura scorte per altri cinque mesi. Per i secondi, parla di test «più fitti» dalla prossima settimana. Entro la fine del mese sarà attivata la terza Usca. Cinque le equipe operative per i tamponi a domicilio. L’altro ieri, al Murri, è arrivata la macchina che permetterà di fare fino a 800 tamponi al giorno. 1.500 i test antigenici distribuiti per testare personale e ospiti delle strutture sanitarie, mentre altri tremila sarebbero in arrivo. A quel punto, sarà fondamentale la collaborazione dei medici di base.

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