Contratti e sicurezza Covid: presidio all'ospedale Murri e scintille sui reparti

Fermo, contratti e sicurezza Covid: presidio all'ospedale Murri e scintille sui reparti
Fermo, contratti e sicurezza Covid: presidio all'ospedale Murri e scintille sui reparti
di Francesca Pasquali
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Venerdì 13 Novembre 2020, 09:16

FERMO - Risorse per il rinnovo dei contratti e personale e presidi per la sicurezza. Sono le richieste avanzate a Governo e Regione Marche dai sindacati della sanità, che, per oggi alle 13.30, hanno organizzato un sit in all’ingresso del Murri.

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Mentre si fa attendere la decisione di Francesco Acquaroli sul futuro dell’ospedale di Fermo (la risposta scritta all’appello dei sindaci sarebbe dovuta arrivare ieri, ma non s’è vista), i sindacati battono i pugni.

«È necessario e urgente – dicono Cgil, Cisl e Uil – che ai circa 20mila lavoratori del sistema sanitario regionale, tra cui 1.700 dell’Area vasta 4, sia garantito di poter lavorare in sicurezza, assicurando costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria». «È indispensabile e urgente – proseguono – procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, attraverso tutti gli strumenti applicabili».

La gratificazione

E ancora: «Occorre valorizzare la professionalità e riconoscere gli sforzi di questa difficilissima fase: non solo una gratificazione nei confronti di chi, con spirito di abnegazione sta affrontando la pandemia in condizioni critiche, ma prima di tutto, un diritto».

Ci sarà anche il Murri al centro della manifestazione di oggi. Lo stesso che i sindaci del Fermano hanno chiesto di lasciare il più possibile “pulito”, ma che ieri aveva 64 pazienti positivi ricoverati (32 in Malattie infettive, 22 in Medicina Covid, 6 in Terapia intensiva, 4 in Pronto soccorso). Solo quattro posti letto liberi separano il Murri dalla fase 3, che farebbe scattare l’accorpamento delle degenze di Chirurgia, Urologia, Ortopedia, Oculistica e Otorinolaringoiatria. Così facendo, si guadagnerebbero altri 34 letti, ma salterebbero tutti gli interventi programmati e sarebbero garantiti solo quelli di emergenza-urgenza e quelli di classe A. Esattamente quello che il Fermano vorrebbe evitare. Questione sulla quale la Regione non si è, però, ancora espressa. L’unica indiscrezione trapelata riguarda un tentativo di dimezzare i posti di Terapia intensiva Covid del Murri, portandoli da dodici a sei. Il che, ammettendo che si realizzerà, soddisferà solo in minima parte le richieste dei sindaci che, invece, spingono per attivare un “modulo Fermo” al Covid Hospital di Civitanova. Ma la partita sembra persa in partenza.

I dubbi

Sulla questione, ieri, è intervenuto anche il capogruppo di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi. «Di fatto, la giunta Acquaroli ha chiuso il Murri a tutte le patologie che non siano Covid. Ci si aspettava vicinanza e la volontà di venir incontro a un territorio che negli anni ha sacrificato tanto, invece i sindaci hanno ricevuto uno schiaffo in pieno volto che non verrà di certo dimenticato», ha detto riferendosi all’assordante silenzio finora giunto da Ancona. «Quello che da tempo andiamo dicendo – ha proseguito –, che la città di Fermo e il territorio dell’intera provincia non abbiano una guida lungimirante e attenta ai veri problemi che riguardano i 160mila abitanti, si concretizza in tali occasioni». Intanto, nel Fermano, la curva dei contagi continua a crescere. Ieri, si sono registrati 114 nuovi casi. Le persone in quarantena erano 1.790, di cui 214 sintomatiche.

In classe

Sempre ieri, il sindaco di Sant’Elpidio a Mare ha revocato in parte l’ordinanza del giorno prima, che prevedeva la quarantena per la III B della scuola media Capoluogo, che, da oggi, tornerà in classe. In isolamento fino a questa domenica, invece, la III C sempre della media Capoluogo. A casa fino al 20 novembre anche la III A della stessa scuola, dopo la scoperta di un caso positivo al tampone. In quarantena fino a sabato pure la II C.

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