I test rapidi arrivano in farmacia, ma mancano i vaccini antinfluenzali: «Resistenze dei medici»

FERMO, test rapidi arrivano in farmacia, ma mancano i vaccini antinfluenzali: «Resistenze dei medici»
FERMO, test rapidi arrivano in farmacia, ma mancano i vaccini antinfluenzali: «Resistenze dei medici»
di Francesca Pasquali
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Lunedì 7 Dicembre 2020, 09:31

FERMO - È battaglia sui vaccini antinfluenzali. Che le dosi opzionate dall’Area vasta 4 non sarebbero bastate per tutti era chiaro da tempo. Come che le farmacie si sarebbero ritrovare col cerino in mano. Solo che, spiegarlo ai clienti, non è sempre facile e, a passarci per inefficiente, è un attimo.

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Colpa dei medici di medicina generale, dicono i farmacisti, che a prenotare i vaccini per tempo ci hanno provato. «Non sono mai arrivati. I medici fanno resistenza. Non vogliono che li facciamo anche noi e questo dispiace. In molti Paesi d’Europa, già da qualche anno, esiste la figura del farmacista vaccinatore. Qui, invece, siamo parecchio indietro». A parlare è il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Ascoli e Fermo, Ido Benigni.

Le cifre

Sono 37mila le dosi di vaccino arrivate nel Fermano, 23mila più dell’anno scorso. 33mila sono finite negli studi dei medici di base.

Le altre sono stata usate per vaccinare personale sanitario, forze dell’ordine, associazioni di volontariato e bambini a rischio. «In magazzino ne sono rimaste solo 370. Da un mese, siamo in attesa della consegna di 5.100 dosi di Fluad (il vaccino per gli ultra65enni, ndr). Quella consegna chiuderà definitivamente la fornitura per l’Area vasta 4», fa sapere il direttore di Distretto, Vittorio Scialè. Più consistenti le scorte di tamponi rapidi. Nei magazzini dell’Area vasta 4 ce ne sono circa 6.500. Serviranno per testare i contatti stretti dei positivi al Covid. Sono destinate a medici di base e ai pediatri, «ma ancora non sono pervenute notizie».

Il servizio

Da oggi, intanto, si potranno fare i test sierologici rapidi in farmacia. Diverse quelle del Fermano che hanno sottoscritto l’accordo con la Regione. Quelle più grandi. Perché il protocollo, oltre alla prenotazione e a tutte le misure di sicurezza, prevede spazi adatti dove fare il test. Per esempio, un locale separato, con finestra, per il ricambio d’aria. Il test costerà al massimo 19 euro. Potrà farlo solo chi non ha sintomi riconducibili al virus.

I problemi

Difficile, però, pensare che tutti ci riusciranno da soli. Il test, infatti, è un’automedicazione. Significa che la persona che vuole sapere se ha avuto il Covid deve pungersi un dito con un ago, far uscire qualche goccia di sangue, passarla su una striscia reagente e aspettare il risultato, che dovrebbe arrivare in un quarto d’ora. Il tutto sotto la supervisione del farmacista che, in teoria, non dovrà intervenire. In teoria, appunto. Perché è difficile pensare che un anziano possa riuscire a fare tutto da solo. Il test darà tre esiti possibili: negativo, positivo agli anticorpi di memoria e positivo agli anticorpi recenti. Il primo significa che non si è avuto il Covid. Il secondo che lo si è avuto. Il terzo che il virus è in azione. In quest’ultimo caso si entrerò nel percorso del Dipartimento di prevenzione, bisognerà mettersi in quarantena e fare il tampone molecolare.

I contagi

Non si arresta, intanto, l’onda dei contagi nel Fermano, dove ieri sono stati registrati 63 nuovi casi. In generale miglioramento la situazione nei Comuni che, giorno dopo giorno, vedono scendere il numero dei positivi. L’anziano di Casette d’Ete morto l’altro ieri al Murri era Alberto Diomedi, non Ascenzo, come erroneamente scritto nell’edizione di ieri.

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