Bonus Covid e stop all'Imu: industriali e artigiani chiedono più sostegno

Bonus Covid e stop all'Imu: industriali e artigiani chiedono più sostegno
Bonus Covid e stop all'Imu: industriali e artigiani chiedono più sostegno
di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 04:05

FERMO - «Un altro lockdown non possiamo permettercelo. Nelle Marche, il Fermano è il territorio che rischia di più, per via del mono-comparto. Serve senso di responsabilità da parte di tutti».

L’appello a fare ognuno la propria parte per evitare una nuova serrata totale è del segretario della Cgil di Fermo, Alessandro De Grazia. Che, commentando il pacchetto di aiuti per le categorie penalizzate dalle strette anti-contagio, invita a stringere i denti.

Il provvedimento

«In una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, il provvedimento perfetto non esiste. Ogni misura va a incidere su una parte dell’economia», dice e plaude ai ristori che il governo ha promesso di erogare a stretto giro. Contributi a fondo perduto per i commercianti costretti a chiudere, abolizione del saldo Imu e nuovo credito d’imposta sugli affitti per le attività commerciali, proroga fino a dicembre della cassa integrazione per i dipendenti, bonus gli stagionali delle categorie più colpite, le misure al vaglio dell’esecutivo. «È positivo che ci sia la copertura per i lavoratori fino a fino anno, visto che, anche quest’anno, rischiava di esserci qualche problema perché, le ultime diciotto settimane, alcune aziende, le finiranno a novembre. Per cui, una parte di quelle prorogate andranno a coprire le settimane di quest’anno che resterebbero scoperte». La stretta di inizio settimana, almeno nelle intenzioni, dovrebbe servire a bloccare l’impennata dei contagi, così da evitare un secondo lockdown. Che significherebbe paralizzare per due volte in un anno l’Italia. Si vuole, insomma, scongiurare il blocco della produzione, motore del Paese.

Il comparto

«La situazione in termini di perdita di fatturato e riduzione delle vendite del comparto calzaturiero – spiega De Grazia – è già molto complicata. Il fatto che si stia cercando di preservare le attività produttive è fondamentale. Nel primo lockdown, abbiamo avuto Comuni con il 70 per cento delle aziende ferme. Un secondo lockdown, per questa provincia, sarebbe devastante. Se si ferma tutto di nuovo, rischiamo il disastro». Sulla necessità di aiutare il prima possibile i settori penalizzati dall’ultimo decreto interviene anche la Cna di Fermo. «Siamo di fronte a una crisi sociale, pericolosissima e senza precedenti. Le imprese sono a un passo dalla chiusura. Interi settori economici stanno per essere messi definitivamente al tappeto. Servono ristori reali e immediati, commisurati alle perdite subite», fa sapere il presidente Paolo Silenzi. «Bisogna fare presto – aggiunge –, perché le conseguenze della nuova stretta governativa non facciano terra bruciata di tutti i sacrifici compiuti nei mesi scorsi dagli imprenditori». Ristori per tutte le imprese penalizzate, sospensione delle cartelle esattoriali, cancellazione dell’Imu, crediti d’imposta per affitti e bollette, cassa integrazione per i dipendenti, le richieste della Cna fermana che invita sostenere le aziende locali e a servirsi dei servizi di consegna a domicilio e asporto. L’associazione di categoria è critica sulla serrata imposta dal governo. Meglio – il ragionamento – sarebbe stato puntare sui controlli.

Il fronte

«Avrebbero sortito risultati sicuramente più efficaci sul fronte della prevenzione», fa sapere il direttore della Cna, Alessandro Migliore. «Non contestiamo le decisioni nell’ottica del contenimento del contagio – precisa –, ma evidenziamo la necessità di agire in tempi rapidi per ristori adeguati al danno per le imprese direttamente colpite, a cui si aggiungono gli imprenditori e professionisti delle filiere». Un effetto domino devastante – per Migliore –, da scongiurare il prima possibile.