Casa di riposo senza infermieri dopo il focolaio, familiari degli anziani in rivolta: «Ci facciano sapere se è chiusa. Non sono pacchi»

Fermo, casa di riposo senza infermieri dopo il focolaio, familiari degli anziani in rivolta: «Ci facciano sapere se è chiusa. Non sono pacchi»
Fermo, casa di riposo senza infermieri dopo il focolaio, familiari degli anziani in rivolta: «Ci facciano sapere se è chiusa. Non sono pacchi»
di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Sabato 13 Febbraio 2021, 07:10

FERMO - Vogliono riportare i loro congiunti al Sassatelli le famiglie degli anziani che hanno contratto il Covid nel focolaio scoppiato a metà dicembre nella casa di riposo di Fermo. Dopo più di un mese, quelli che ce l’hanno fatta, si sono quasi tutti negativizzati. Una cinquantina di persone, al momento sparpagliate per le strutture sanitarie della regione. Che, presto, però, dovranno lasciare. «Dove li portiamo? Non ci fanno sapere niente. Non sono pacchi, ma persone molto provate dal Covid», denunciano alcuni famigliari.

Una sofferenza – spiegano – che non è solo fisica, ma anche psicologica.

Perché, con gli anni, è sempre più difficile adattarsi ai cambiamenti. Si diventa abitudinari e la quotidianità, fatta di spazi e persone conosciute, è fondamentale. Ma per gli anziani colti di sorpresa dal virus, le speranze di tornare al Sassatelli a stretto giro sono pari a zero. 

Le proteste

«Che sta succedendo? Se la struttura è chiusa, che ce lo dicano. È quella che abbiamo scelto per far vivere i nostri cari. Meritiamo una spiegazione», incalzano i congiunti degli ospiti della casa di riposo. Che succede, dunque, al Sassatelli? Succede che, dopo il focolaio che ha contagiato un’ottantina di ospiti e ventotto sanitari su quaranta, s’è alzato un polverone. La politica ha chiesto di vederci chiaro. S’è riunita la commissione sanità, visto che il Comune è nel Cda della fondazione. Poi, Area vasta 4 e Comune hanno creato una commissione “ad hoc” per verificare, dentro la struttura, il rispetto delle norme anti-contagio e, soprattutto, la disponibilità di personale sanitario. Il problema riguarda, infatti, la parte della residenza protetta, quella convenzionata con l’Asur. «Finché non sarà tutto in regola, non li faremo rientrare», il diktat del direttore dell’Av4, Licio Livini, che ha, però, rassicurato le famiglie: «Un posto per gli anziani, nelle nostre strutture, si troverà». 

Le verifiche

Nei giorni scorsi, la commissione è stata al Sassatelli. Ha fatto verifiche e posto domande, a cui la casa di riposo dovrà rispondere entro domani. Sulla base delle risposte e di quello che ha visto, la commissione deciderà se far tornare gli anziani oppure no. Nella migliore delle ipotesi, prima che possano rimetterci piede, passerà comunque almeno un mese. Che significa un altro trasferimento per gli ospiti, in strutture per pazienti negativizzati, con gli annessi e i connessi del caso. «Speriamo di poter tornare ad accoglierli il prima possibile. Il problema – spiega il direttore del Sassatelli, Fabrizio Zechini – sono gli infermieri, che non si trovano. La chiamata dell’Asur ha depauperato le strutture come la nostra, che ne ha persi tre. Ora ne abbiamo cinque, ma non bastano. A quelli che sono passati da noi abbiamo offerto un contratto immediato a tempo indeterminato, ma non è servito. Hanno preferito il pubblico. Lunedì dovrebbe arrivare un’infermiera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA