Proteste contro chiusure e coprifuoco, un successo e un flop: «Ma la gente è rimasta a casa per paura delle sanzioni»

Porto Sant'Elpidio, proteste contro chiusure e coprifuoco, un successo e un flop: «Ma la gente è rimasta a casa per paura delle sanzioni»
Porto Sant'Elpidio, proteste contro chiusure e coprifuoco, un successo e un flop: «Ma la gente è rimasta a casa per paura delle sanzioni»
di Sonia Amaolo
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 09:32

PORTO SANT'ELPIDIO - La protesta pacifica riempie il lungomare sud a Porto Sant’Elpidio, la piazza di Porto San Giorgio è vuota. Due comuni così vicini, così lontani. Nella riviera elpidiense i manifestanti non si accontentano dell’orario stabilito in questura e lunedì sera sforano di mezz’ora le 22. Obiettivo è la disobbedienza soft, per evidenziare l’anomalia di un provvedimento che a loro avviso non riduce il contagio e affossa l’economia. Con l’articolo 13 della Costituzione sottobraccio e il tricolore che sventola, la parola d’ordine è “libertà”. Colpisce la partecipazione oltre le aspettative, anche sotto la pioggia.

L’adesione

«Tanti non sono venuti perché hanno avuto paura» dice Michela Marcotulli, ideatrice della manifestazione “no al coprifuoco sì alla libertà”. Via Faleria è militarizzata di lunedì sera. Il corteo dalla piattaforma di legno si dirige verso nord e viene bloccato prima della vecchia fabbrica di concimi. I manifestanti fanno retromarcia e, all’incrocio con via Curtatone, i posti di blocco impediscono di proseguire in via Pesaro. C’è stato qualche attimo di tensione che viene sanato dagli agenti in assetto antisommossa, il vociare rientra. Posti di blocco anche in via Marina, per contenere i manifestanti lungomare ma il confino non riesce. La partecipazione è riscontrata, ci sono persone dell’entroterra fermano e qualcuno da fuori regione. Un video in diretta Facebook documenta in tempo reale. Tra polizia, carabinieri e municipale in divisa e in borghese ci sono almeno 40 agenti e militari. Su queste basi si può parlare di manifestazione riuscita, anche se gli organizzatori sono soddisfatti a metà, si sono sentiti limitati, ma il messaggio è passato. Non c’è una rappresentanza politica né associativa. Non ci sono facinorosi ma parrucchiere e baristi, commercianti, partite Iva, studenti e professionisti. L’iniziativa parte dal basso e partecipano mamme e bambini, giovani e anziani che non ci stanno a passare per irresponsabili, untori, negazionisti del virus. C’è la studentessa universitaria contro la didattica a distanza e c’è il commercialista. “Viva l’Italia”, la canzone di De Gregori, fa da sottofondo. Ai lampeggianti delle volanti si uniscono i fuochi d’artificio. C’è il minuto di silenzio per i morti covid con il lancio della corona in mare. Quelli che restano a manifestare dopo le 22 vengono segnalati «ma non ci hanno fatto la multa, ho detto agli agenti che la contesto e non pago neanche sotto tortura» dice una mamma. Tra la vivace Porto Sant’Elpidio e la lunare Porto San Giorgio il contrasto è d’effetto. 
Il flop
Nel video in diretta Facebook l’assicuratore Gianluigi Rocchetti sintetizza così: «Porto San Giorgio non si smentisce, anche quando c’è da manifestare pacificamente, perché noi siamo comodi, abituati alla poltrona e alle pantofole.

Vogliamo che tutto sia fatto, ma dagli altri. Vedere tanta polizia e carabinieri interdire una manifestazione pacifica a Porto Sant’Elpidio, mentre a Porto San Giorgio è deserto, è segno che le forze dell’ordine ci snobbano perché qui non succede niente. Ecco perché i ragazzetti vengono qui a prendersi a botte, siamo un paese di morti». E il titolare della gelateria del centro, Fabio Marini, precisa «siamo solidali con i colleghi di Porto Sant’Elpidio che manifestano le loro preoccupazioni, e sono tante». 

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