Transenne al Murri, fase 3 Covid in arrivo: «Ma così c'è un buco nelle sale operatorie»

Transenne al Murri, fase 3 Covid in arrivo: «Ma così c'è un buco nelle sale operatorie»
di Francesca Pasquali
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 11:02

FERMO - Sono ricomparse le transenne dentro il Murri. Separano la parte “pulita” da quella “sporca”. Sono l’emblema dell’ospedale misto, dove ieri i ricoverati positivi erano 62 (32 in Malattie infettive, 22 in Medicina Covid, 5 in Terapia intensiva, 3 al Pronto soccorso). Il piano pandemico dell’Area vasta 4 dice che, arrivati a 68 pazienti contagiati, scatta la fase 3.

Altri accorpamenti da sommare a quelli già fatti, con un’ulteriore riduzione dei servizi “no-Covid”. Chiudere le sale operatorie per far spazio ai letti di Rianimazione crea un “vulnus” pericoloso. Significa che gli interventi pianificati dovranno aspettare.

La scelta

Si poteva evitare? Probabilmente sì.

Si potrà tornare indietro? Difficilmente. A Oncologia, l’effetto Covid, s’è visto già quest’estate. «Ci chiedevamo dove fossero finiti i pazienti in prima visita. Non c’erano perché non si erano potuti operare. Durante la prima ondata, si sono ridotte le attività di prevenzione. Adesso avevamo ripreso. Speriamo di non dover tornare da capo». A parlare è il primario di Oncologia, Renato Bisonni. Il reparto ha quindici letti e «un’occupazione media di oltre il duecento per cento». Ogni giorno, sono una quarantina i pazienti in terapia. La maggior del Fermano, ma ne arrivano anche dall’Ascolano e dal Maceratese. In tutto, poco meno di mille malati seguiti dal reparto. «Abbiamo cercato di mantenere i soliti standard – spiega Bisonni –, non modificando giorni né attività. Non ci siamo mai tirati indietro». «Il reparto è pulito – prosegue –, non abbiamo perso neppure un giorno di terapia. Nessun operatore e nessun paziente, per ora, è risultato positivo. Siamo stati fortunati e bravi. Abbiamo messo in atto tutte le prevenzioni». I pazienti entrano su appuntamento. Devono firmare un’autocertificazione e farsi misurare la febbre. Se ce l’hanno, vengono rimandati a casa.

Il lutto

E ieri, nel Fermano, il Covid ha fatto un’altra vittima: un 82enne di Porto Sant’Elpidio. I nuovi contagi, nella nostra provincia, sono stati 40. Sempre ieri, è partito il nuovo servizio di Radiologia domiciliare, che fa capo alla Radiodiagnostica territoriale di Sant’Elpidio a Mare: è garantito dal primario della Radiodiagnostica dell’Area vasta 4, Gianluca Valeri, dal coordinatore della Radiodiagnostica territoriale Antonio Ciarnelli e dal responsabile medico Giuseppe Gismondi. «Un servizio sperimentale – fa sapere Valeri – che sarà effettuato da qui alla fine dell’anno. Le prestazioni debbono essere richieste dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Il servizio è rivolto a persone anziane, disabili o soggetti il cui trasporto in ospedale risulterebbe difficoltoso. È competenza dei medici richiedenti valutare e giustificare la necessità del ricorso agli esami a domicilio». Radiografie a torace, bacino, femore, anca, caviglia, spalla, omero, polso, mano e addome le prestazioni che possono essere richieste. Un servizio a quattro mani, con i tecnici sanitari di radiologia medica che vanno a casa dei pazienti ed eseguono gli esami, «garantendo il massimo livello di qualità delle prestazioni e sicurezza», e i medici radiologi che «valutano l’appropriatezza delle richieste e il referto degli esami». Possono accedere al servizio i pazienti non deambulanti, non trasportabili con mezzi comuni o per i quali sarebbe necessario, in assenza del servizio domiciliare, attivare il trasporto sanitario per raggiungere le strutture ospedaliere. Il servizio è erogato su tutto il territorio dell’Area vasta 4, quindi su tutta la provincia di Fermo, con particolare riguardo ai pazienti presi in carico dal servizio di cure domiciliari e agli ospiti delle residenze socioassistenziali extraospedaliere che non dispongono di dispositivi radiodiagnostici.

Gli strumenti

Ieri, le equipe hanno fatto le prime visite a domicilio. Con loro devono sempre avere un tubo radiogeno, un sistema di rilevazione delle immagini, computer e stampanti per la teletrasmissione e la produzione della risposta. A regime, il servizio prevede tre uscite settimanali. A ogni uscita saranno erogate da cinque a sette prestazioni. La sperimentazione durerà un mese. Poi, si traccerà il bilancio. Le richieste devono essere comunicate dal medico curante alla segreteria radiologica di Sant’Elpidio a Mare (0734.6257216), dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30. L’impegnativa va inviata a radiodiagnostica.av4@sanita.marche.it, insieme al sospetto diagnostico.

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