Lo sfogo di Andrea Santori
sugli aumenti della Tares

Lo sfogo di Andrea Santori sugli aumenti della Tares
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Giovedì 23 Gennaio 2014, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 18:59
FERMO - Il presidente di Confindustria Andrea Santori, interviene sugli aumenti della Tares. Racconta di uno sfogo di un collega: “Vogliamo far presente tutto il nostro rammarico per i continui aumenti che dobbiamo sopportare ogni anno dal Comune di Fermo in merito alla Tares che è una tassa vera e propria. E’ illogico a nostro parere pagare più di euro 3,81 al metro quadrato all’anno di rifiuti per una realtà come la nostra. Per quanto riguarda i cosiddetti rifiuti speciali abbiamo già una società che li smaltisce pagando loro il relativo servizio”.



Santori riporta, anche se in forma anonima, lo sfogo ed il disappunto espressi da una delle aziende di Fermo associate a Confindustria sulla Tares perché “l’amarezza del collega imprenditore è pienamente condivisibile ancor più perché ad oggi, vista l’imminente scadenza del 24 gennaio quale termine ultimo per pagare questo tributo, nessun sindaco dei Comuni di maggiori dimensioni del Fermano ai quali ho fatto appello il 10 gennaio scorso, ha risposto o dato segnali di accoglimento del disagio manifestato dalla nostra associazione, fatta eccezione per il primo cittadino di Fermo Brambatti che ha garantito “l’adozione, nei limiti delle proprie competenze, da parte dell’Amministrazione Comunale di tutti quei provvedimenti utili a determinare un’imposta quanto più commisurata alla tipologie ed alla quantità di rifiuti conferiti dalle imprese”.



Per il resto un silenzio che rattrista e preoccupa e che è segno evidentissimo del rapporto che la classe dirigente vuole avere con i cittadini, un rapporto di distanza e, fatto ancor più grave, di indifferenza. Non adducano le solite scuse delle mani legate da decisioni piovute dall’alto, della mancanza di risorse o non facciano dichiarazioni di circostanza quali “ne prendiamo atto” o “vedremo che cosa possiamo fare”. Il punto è che qui non si è fatto nulla, non c’è stato il minimo interessamento.



Ad alcuni imprenditori è stato risposto addirittura che la Tares serve a coprire i debiti delle società di raccolta rifiuti. Ma perche dobbiamo pagare noi debiti fatti dagli amministratori pubblici? Chi crea attualmente occupazione in Italia? Il pubblico o il privato? Mi sembra che le esperienze delle imprese statali siano sotto gli occhi di tutti. L’impresa viene sempre osannata perché crea posti di lavoro: nonostante questo però non è sostenuta, è spremuta anche da balzelli come la Tares. Fra i progetti futuri ho in mente quello di affiancare alle aziende associate a Confindustria che abbiano il desiderio di andare all’estero un esperto: come imprese riceviamo offerte dall’Austria, dalla Francia, dalla Svizzera che ci offrono aree edificabili a costo zero, tassazione del 20%, costo del lavoro del 50%.



In questi Paesi i collaboratori costerebbero all’azienda 3.750 euro (netto in busta paga per loro 2.700 euro, in Italia nemmeno 1.500). Le orecchie da mercante degli amministratori del Fermano mi preoccupano ma non mi sorprendono più di tanto e chiedo loro (semmai anche questa domanda fosse meritevole di una loro attenzione): se questo è il grado di collaborazione fra enti pubblici e associazioni di categoria come si può pensare di far crescere questo nostro territorio?”
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