Confindustria, plebiscito per il sì alla scissione tra Fermo e Ascoli dopo 4 anni. Fenni: «L’associazione è viva»

Un'azienda calzaturiera
Un'azienda calzaturiera
di Massimiliano Viti
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Sabato 13 Novembre 2021, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 13:07

FERMO - Come cambia la vita. Gli stessi imprenditori ascolani e fermani che 4 anni fa brindavano per la costituzione del sodalizio, oggi sono soddisfatti dello scioglimento di Confindustria Centro Adriatico. Da ieri non si torna più indietro. Almeno fino a quando non ci sarà la formazione di una Confindustria unica regionale.

Oppure fino a quando non ci sarà un ricambio generazionale capace di dare un calcio alla storia dei territori (ma ne sono davvero due?) e soprattutto ai personalismi che da sempre animano, nel bene e nel male, le piccole province marchigiane.

Ieri ha vinto nettamente lo schieramento favorevole alla scissione. Così si è espresso il 90,75% dei 2205 voti degli associati, mentre i contrari sono stati il 9,25%.

 
I dati
Una vittoria schiacciante, con una percentuale più alta delle attese. Valentino Fenni, reggente dell’associazione, ha infatti comunicato che il comitato da lui coordinato ha ascoltato più del 40% degli associati e i due terzi hanno espresso la volontà di interrompere l’esperienza comune. Dunque da un 75% atteso si è arrivati al 91%. La convocazione dell’assemblea straordinaria di Confindustria Centro Adriatico è arrivata a circa 620 aziende. Una nutrita fetta delle quali non è stata ammessa al voto. La stragrande maggioranza perché non in regola con il versamento dei contributi. Un altro dato su cui riflettere. La nota emessa da Confindustria Centro Adriatico al termine dello spoglio delle schede ha evidenziato che «oltre duecento aziende presenti che hanno partecipato al voto e hanno espresso 2205 voti su un totale di 2806, ben al di sopra del quorum richiesto. Le imprese presenti hanno poi esibito le deleghe raccolte dai colleghi.


Il supporto
«Sono stati numeri ben al di sopra delle aspettative in quanto a partecipazione, segno di una Confindustria viva che vuole riprendersi il suo spazio, quello che in questi mesi comunque non abbiamo mai fatto venire meno, grazie anche al supporto dei dipendenti delle due sedi che ringrazio», prosegue Fenni. Dipendenti che hanno organizzato una complicata votazione nelle sedi confindustriali di Ascoli e Fermo, allestita sia in presenza e sia da remoto. «L’assemblea conclude il mandato che avevo ricevuto da Roma e che – spiega ancora Fenni - è cominciato mesi fa con l’ascolto degli associati. Ascolto che ci ha permesso di rilevare la posizione dei soci circa la volontà di proseguire l’esperienza di Centro Adriatico, o al contrario, di interromperla, passando da una dimensione interprovinciale a quella preesistente provinciale. Il quadro che era emerso è stato chiaro e indubbio».


Il fronte
Un quadro che, secondo le indiscrezioni, qualcuno ha provato a diluire al cospetto dei probiviri nazionali, forte di un fronte contrario allo scioglimento molto più cospicuo della manciata di voti che invece ha ottenuto. Ora la palla passa ai probiviri nazionali che dovranno prendere atto della volontà degli associati e guidare l’iter dello sviluppo associativo in modo da definire la rappresentanza territoriale di chi oggi è all’interno di Confindustria Centro Adriatico. Prossimamente verrà definito il comitato liquidatorio che provvederà alla separazione materiale di attività e passività, con l’auspicio che tutto fili liscio. Viene da chiedersi se ieri è stata la vittoria per i tantissimi che volevano lo scioglimento o è stata la sconfitta di un territorio.

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