Raffica di incidenti in bici, mobilitati gli appassionati del Fermano: «Basta, qui serve più sicurezza»

Raffica di incidenti in bici, mobilitati gli appassionati del Fermano: «Basta, qui serve più sicurezza»
Raffica di incidenti in bici, mobilitati gli appassionati del Fermano: «Basta, qui serve più sicurezza»
di Sonia Amaolo
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Lunedì 1 Agosto 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 18:55

CAMPOFILONE - Impennata di incidenti in bicicletta. L’ultimo fine settimana è stato traumatico per la mobilità dolce. Gli ultimi incidenti gravi si sono verificati nel fine settimana.  Ieri mattina due cicliste amatoriali, due sorelle di San Benedetto, sono state investite a Campofilone, sulla Statale: una è stata ricoverata all’ospedale di San Benedetto, l’altra è stata trasportata d’urgenza a Torrette in eliambulanza.


La ricostruzione


Sulla dinamica sono al lavoro i carabinieri. A travolgere le due cicliste una Fiat 500. Gli incidenti nel weekend non solo in bici ma anche in monopattino, questi ultimi causati spesso dalla perdita dell’equilibrio. Sabato alle 19 a Porto Sant’Elpidio un quarantenne sul lungomare Faleria ha perso il controllo del monopattino mentre superava un dosso. La brutta caduta ha richiesto l’intervento della Croce Verde. Un altro incidente con il monopattino è avvenuto a Fermo. Ciclabili e nuovi mezzi di trasporto in aumento cambiano dunque il panorama dei sinistri. Tra le cause delle più rovinose cadute in bici o monopattino sono le portiere delle auto aperte distrattamente. L’aumento della popolazione d’estate, con i turisti, fa poi alzare il numero dei feriti sulle strade.

Ma quest’estate sembra più critica delle precedenti.


Il passato


Vincenzo Santoni di bici se ne intende, non tanto perché ha una rivendita in via Mazzini a Porto Sant’Elpidio, ma in quanto è stato ciclista professionista, eccellente manager, e oggi organizza grandi eventi ciclistici. «La prima cosa da sottolineare – dice – è che si sta accentuando sempre più lo scontro tra ciclisti e automobilisti: bisognerebbe abbassare i toni. Dopo il Covid siamo impazziti, la società sta andando alla deriva. Questo scontro, che qualcuno cavalca, non fa bene a nessuno. Sono aumentati i ciclisti e i monopattini ma da noi mancano le strutture adeguate. Le ciclabili strette e incastonate dove non erano state previste sono più dannose che funzionali. Nei Paesi nordici si progettano prima le ciclabili e poi le strade: noi siamo indietro di 50 anni e dobbiamo dire grazie alla nostra classe politica. L’Italia va avanti solo grazie all’imprenditoria».


La posizione


Altro parere che stimola una riflessione è quello del presidente nazionale Fiab. «Con qualunque mezzo bisogna rispettare le regole – dice Giuseppe Trieste – e per utilizzare qualunque mezzo occorre una formazione. Per stare nella società occorre un’educazione civica. Purtroppo si è perso il rispetto degli altri, ma gli altri siamo noi».

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