Braccio finto mozzato, denuncia sul caso in Procura. Il vicesindaco Torresi: «Minacciato chi lavora»

Braccio finto mozzato, denuncia sul caso in Procura, il vicesindaco Torresi: «Minacciato chi lavora»
Braccio finto mozzato, denuncia sul caso in Procura, il vicesindaco Torresi: «Minacciato chi lavora»
di Pierpaolo Pierleoni
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Venerdì 21 Aprile 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 11:40

FERMO Dopo le parole di condanna del sindaco Paolo Calcinaro, anche il suo vice ed assessore alla Polizia municipale, Mauro Torresi, censura il braccio mozzato (ovviamente finto), con tanto di scritta minacciosa verso gli agenti di polizia municipale, comparso sul parabrezza di un’auto mercoledì mattina in centro storico. Un’immagine che, rimarca il vicesindaco, «non ho affatto preso bene. Minimizzare l’accaduto sarebbe la strada più comoda, come purtroppo accade spesso in casi simili in Italia.

È invece un gesto che, nella sua completa stupidità, tende a minacciare chi, quotidianamente, svolge con serietà il proprio lavoro garantendo tranquillità e sicurezza ai cittadini. Cittadini che spesso accettano di tutto, tollerando fin quando non tocca a loro subire “soprusi”, come vengono giudicate a torto le sanzioni».

 



Per questo Torresi invita al confronto con l’amministrazione comunale, perché «non è con cretinate del genere che la faccenda troverà soluzione. Ieri (mercoledì, ndr) la polizia locale ha inoltrato alla Procura della Repubblica una denuncia contro ignoti. Il “burlone” sarà presto chiamato a rispondere delle proprie azioni». Per l’autore dell’ormai celebre braccio mozzato, sul quale secondo il sindaco Calcinaro ci sarebbero elementi concreti per arrivare all’individuazione, si preannunciano conseguenze giudiziarie. «I nostri agenti – conclude il vicesindaco Torresi – svolgono un lavoro diversificato tra incidenti, tutela dell’ambiente, vigilanza edile e commerciale, permessi pubblicitari, presidi scolastici, indagini di polizia giudiziaria, pratiche burocratiche.

Tutto sotto la costante lente critica amplificata da social e web, dove i più si sentono spesso di poter gettare fango sul lavoro altrui».

I permessi in centro storico
 

Il caso che ha “armato” l’autore del macabro scherzo riguarda i permessi di parcheggio in centro storico e le sanzioni che si rischiano qualora i residenti posteggino le auto in zone differenti da quelle per le quali hanno un’autorizzazione. A Fermo l’individuazione di zone di sosta riservate è iniziata nel lontano 1999, con una prima area che interessava il cuore della città, con piazza del Popolo e le vie limitrofe. La zonizzazione si è allargata negli anni a tutta la parte dentro le mura cittadine, si è passati ad individuare 5 zone, fino alle attuali 11, che comprendono anche alcuni spazi poco fuori dal centro, dall’ospedale a largo Colombo e via Vespucci. I permessi di sosta superano le 2.500 unità, possono averli sia i residenti che chi frequenta stabilmente il centro per ragioni di studio o lavoro.

Quanto si pagava fino al 2017



Fino al 2017 si pagava una somma del tutto simbolica di appena 1 euro l’anno a permesso, che successivamente è stata incrementata a 14 euro a veicolo, per una durata biennale. Una cifra che resta assolutamente popolare e di gran lunga inferiore rispetto a quelle applicati per i permessi ai residenti degli altri capoluoghi di provincia. La contestazione da parte di alcuni cittadini, ed evidentemente anche dall’ideatore del braccio mozzato, è il rischio di multe per i residenti che, non trovando spazi nelle aree in cui sono autorizzati, posteggiano in zone riservate diverse dalla loro.

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