Cratere del sisma, la rabbia dei sindaci: «Dovete aiutarci o qui sarà la fine»

Cratere del sisma, la rabbia dei sindaci: «Dovete aiutarci o qui sarà la fine»
di Francesco Massi
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Giovedì 24 Dicembre 2020, 04:35

AMANDOLA - Critiche feroci da sindaci e imprenditori per il mancato inserimento non solo del Fermano, ma soprattutto dell’area del cratere fermana dal fondo per il contrasto alla de-industrializzazione, a favore solo dell’area del Piceno ex Cassa per il Mezzogiorno. Il fondo, gestito dal Ministero per il Sud, ha una prima dotazione di 135 milioni di euro in 3 anni e sarà destinato ai comuni per bandi rivolti al tessuto imprenditoriale.

Un provvedimento entrato tramite emendamento nella legge di bilancio nazionale e che vuole più o meno riparare al fatto che non è stata estesa anche per il sud delle Marche la decontribuzione del 30%, sui costi sostenuti dalle aziende per i dipendenti. Misura rivolta al sud Italia (decreto agosto). Il Fermano è fuori da tutto, compresa quell’area montana storicamente svantaggiata e ancora in ginocchio economicamente e socialmente dopo il sisma del 2016.

Imbufaliti i sindaci. A cominciare da Fabrizio Vergari presidente dell’Unione Montana dei Sibillini, con 11 comuni di cui 5 dell’ascolano avvantaggiati (meno Montemonaco e Montedinove) da questa misura riguardante l’ex Casmez e 6 del Fermano che invece sono tagliati fuori, considerando che anche questi ultimi hanno estremo bisogno di aiuto. «E’ un pasticcio brutto all’italiana – dice Vergari – un’esclusione che grida vendetta.

Se non si poteva inserire tutto il Fermano almeno si doveva fare con l’area del cratere. E’ un’ulteriore condanna di questi territori all’impoverimento e allo spopolamento».

E ancora il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli. «Un’operazione che doveva interessare la parte del cratere dove sono enormi le difficoltà di ripresa. Dove la creazione di lavoro è la spinta primaria per far restare e tornare abitanti nella zona disastrata dal sisma. Legge che diventa antagonista della ricostruzione, intesa come rilancio dell’economia e dello sviluppo, rispetto ad altri territori favoriti e poco interessati dal sisma».

Quindi il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni. «Siamo contenti per l’Ascolano. Ma i parlamentari del Fermano e del sud delle Marche non ci hanno saputo rappresentare – dice – e l’emendamento ha preso un parametro anacronistico come la Casmez, terminata a fine anni ’80. Ora la situazione è radicalmente diversa. Il nostro territorio vive situazioni molto peggiori di tante zone del sud, specialmente dopo il sisma. Va rimediato ad un errore enorme con un altro emendamento. Il rischio è di far spostare le imprese da una parte all’altra dei territori».

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