AMANDOLA - Il cartello, le proteste, la polemica politica e le risposte. È stato un venerdì di passione per la sanità di Amandola. Un avviso affisso al Punto di primo intervento del comune montano, in cui si avvisava della chiusura per tutto il fine settimana, causa carenza di medici, ha scatenato un vero polverone.
Già nel pomeriggio di giovedì il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli, con una lettera inviata ai vertici della giunta regionale, al prefetto di Fermo ed al direttore dell’Area vasta 4 Asur, lamentava il disservizio, a maggior ragione cadendo nel weekend dei festeggiamenti patronali.
Le motivazioni
«Il nostro territorio si trova a 50 km da qualunque presidio ospedaliero – ha scritto il primo cittadino - abbiamo tanti anziani residenti anche in zone impervie.
«La Direzione si è attivata immediatamente. Grazie alla collaborazione di guardie mediche, medici convenzionati dell’emergenza territoriale e di base, abbiamo garantito la presenza in servizio di un medico per tutte le fasce orarie ad eccezione del diurno di sabato 20 agosto. Malgrado oggettive carenze di personale, il Ppi sarà regolarmente operativo con medico e infermiere». Prima di trovare la soluzione in extremis, Grinta ha tenuto a ricordare che il Punto di primo intervento amandolese, già dopo il sisma, era passato «da ospedaliero a territoriale, quindi di competenza distrettuale. Il servizio tratta casi di bassa complessità, quindi codici bianchi e verdi. Per le urgenze ad Amandola è sempre presente la postazione con mezzo di soccorso avanzato, con un medico ed un infermiere. Nei feriali ci sono anche i medici di base».
L’assistenza
L’assistenza sanitaria in ogni caso non viene meno. La carenza di professionisti a copertura delle guardie mediche si riscontra da anni ed è generale. La Regione ha aumentato le borse di studio per i medici di base, proprio per fronteggiare questo problema. Il Ppi tornerà di livello ospedaliero appena ultimato il nuovo ospedale.
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