I Sibillini rimangono senza medici: l’Area vasta nell’occhio del ciclone. Un uragano di proteste

L’ospedale di Amandola
L’ospedale di Amandola
di PIerpaolo Pierleoni
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Sabato 20 Agosto 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 15:53

AMANDOLA  - Il cartello, le proteste, la polemica politica e le risposte. È stato un venerdì di passione per la sanità di Amandola. Un avviso affisso al Punto di primo intervento del comune montano, in cui si avvisava della chiusura per tutto il fine settimana, causa carenza di medici, ha scatenato un vero polverone.

Già nel pomeriggio di giovedì il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli, con una lettera inviata ai vertici della giunta regionale, al prefetto di Fermo ed al direttore dell’Area vasta 4 Asur, lamentava il disservizio, a maggior ragione cadendo nel weekend dei festeggiamenti patronali.

 
Le motivazioni
«Il nostro territorio si trova a 50 km da qualunque presidio ospedaliero – ha scritto il primo cittadino - abbiamo tanti anziani residenti anche in zone impervie.

Il diritto alla salute dei cittadini rischia ancora una volta di essere compromesso, mettendo in pericolo l’intero territorio dei Sibillini, pian piano depauperato di tutti i servizi essenziali». Ieri mattina sono seguite le reazioni politiche, con un coro di critiche, dal senatore Francesco Verducci al segretario provinciale del Pd Luca Piermartiri. Per Verducci, si tratta «dell’emblema di una politica sanitaria regionale che ha voltato le spalle all’entroterra. Le mancanze sono quotidiane e mettono a rischio i più fragili. Le istanze delle zone montane vengono continuamente mortificate, a fronte di una difficoltà sempre più evidente di assicurare servizi a cittadini e turisti». È corso ai ripari il direttore dell’Area vasta 4 Asur Roberto Grinta, che alla fine, faticosamente, ha trovato la quadratura del cerchio. Pur nella carenza di professionisti disponibili in periodo di ferie, in serata ha fatto sapere di aver dato copertura a tutti i turni del weekend, ad eccezione del diurno di oggi, per mantenere operativo il Punto di primo intervento dell’area montana.

«La Direzione si è attivata immediatamente. Grazie alla collaborazione di guardie mediche, medici convenzionati dell’emergenza territoriale e di base, abbiamo garantito la presenza in servizio di un medico per tutte le fasce orarie ad eccezione del diurno di sabato 20 agosto. Malgrado oggettive carenze di personale, il Ppi sarà regolarmente operativo con medico e infermiere». Prima di trovare la soluzione in extremis, Grinta ha tenuto a ricordare che il Punto di primo intervento amandolese, già dopo il sisma, era passato «da ospedaliero a territoriale, quindi di competenza distrettuale. Il servizio tratta casi di bassa complessità, quindi codici bianchi e verdi. Per le urgenze ad Amandola è sempre presente la postazione con mezzo di soccorso avanzato, con un medico ed un infermiere. Nei feriali ci sono anche i medici di base». 


L’assistenza
L’assistenza sanitaria in ogni caso non viene meno. La carenza di professionisti a copertura delle guardie mediche si riscontra da anni ed è generale. La Regione ha aumentato le borse di studio per i medici di base, proprio per fronteggiare questo problema. Il Ppi tornerà di livello ospedaliero appena ultimato il nuovo ospedale. 

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