Amandola chiede un pronto soccorso: «Non basta il nuovo ospedale, servono personale e servizi»

Amandola chiede un pronto soccorso: «Non basta il nuovo ospedale, servono personale e servizi»
Amandola chiede un pronto soccorso: «Non basta il nuovo ospedale, servono personale e servizi»
di Francesco Massi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 31 Marzo 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:29

AMANDOLA - Un episodio grave accaduto in pieno giorno ed in Piazza Risorgimento, nel cuore della città, riapre la discussione sulla insufficienza di alcuni servizi sanitari essenziali nel territorio dei Sibillini. A lanciare un ulteriore allarme è l’ex sindaco Riccardo Treggiari, che racconta l’accaduto. 


L’episodio simbolo 


«Un pensionato viene colto da infarto e cade a terra in prossimità della Porta San Giacomo, sulla sede stradale.

I presenti, in un clima di prevedibile concitazione, bloccano il traffico, evitando guai peggiori, e si rivolgono telefonicamente alla postazione sanitaria di soccorso 118 con ambulanza medicalizzata e postazione ad Amandola, che, con ogni probabilità, è impegnata altrove per un altro intervento. Caso ha voluto, fortunatamente, che nella piazza fosse presente un medico di passaggio e che fosse disponibile nei paraggi un defibrillatore. Quindi con l’intervento immediato è stata salvata la vita all’anziano che è stato stabilizzato. Quindi sul posto è arrivata l’ambulanza non medicalizzata della Croce Rossa Italiana Comitato dei Sibillini con base a Comunanza, che l’ha accompagnato nell’ospedale di Fermo». 


Il nodo dell’emergenza 


L’episodio ha riaperto la problematica di uno dei servizi fondamentali della sanità montana, quello dell’emergenza. Ciò considerando che si tratta di un territorio, quello dei Sibillini, molto vasto da coprire. Quindi Treggiari fa appello all’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini. «Lamentiamo da sempre, avvisando le autorità preposte, il rischio che qui in montagna si corre, quotidianamente, in presenza di incidenti ed infortuni che richiedono un intervento in emergenza, la cui mancanza può portare inevitabilmente alla morte. Credo – continua Treggiari - che la nostra pazienza sia giunta alla soglia limite del non ritorno e la popolazione dei Sibillini è stanca di giocare a risiko. Attendo un intervento efficace dell’assessore senza dover aspettare il morto di turno». La Regione ha già promesso comunque un rafforzamento dei servizi sanitari con la conclusione del nuovo Ospedale dei Sibillini che avverrà entro l’anno. Infatti esso è classificato come ospedale in zona disagiata, così come definito dal DM 70/2015 ed è infatti ripreso nel nuovo piano socio-sanitario. 


L’amara analisi di Vergari 


Visto ormai assodato che la struttura sarà disponibile entro alcuni mesi, ora la preoccupazione si sposta sui servizi che saranno disponibili e soprattutto sulla presenza adeguata di personale sanitario. A sollevare perplessità è il presidente dell’Unione Montana dei Sibillini Fabrizio Vergari che attacca sulla continua emarginazione del territorio montano. «Viviamo un momento al limite dello sconforto. Tante le difficoltà generali della sanità che in queste zone marginali si riscontrano moltiplicate. Vediamo un peggioramento – ribadisce Vergari - di anno in anno riguardo servizi essenziali a cominciare dalla sanità. Bene la conclusione del nuovo ospedale, ma deve essere riempito di servizi adeguati, a cominciare da un Pronto soccorso vero e non con un Punto di Primo Intervento come accade ora. Poi vedendo la situazione regionale e le difficoltà per reperire personale sanitario ovunque non sono molto fiducioso. Qui abbiamo già difficoltà per avere i medici di base. Riguardo quelli di assistenza continuativa (guardia medica) d’estate c’è n’è solo uno in servizio a giorni alterni ad Amandola o S. Vittoria, poiché l’altro viene spostato sulla costa. Qui – conclude Vergari – c’è un alto tasso di persone anziane, e anche per la vastità di territorio, occorre rafforzare la medicina di base, poiché occorrono molte visite domiciliari e quindi ogni medico dovrebbe essere dotato di attrezzature mobili e affiancato da un infermiere, in modo da poter curare molte patologie e anche interventi più urgenti direttamente a casa”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA