AMANDOLA - Sta crescendo l’arrivo nella zona montana di profughi ucraini scappati dalla guerra. Ieri è stata accolta un’intera famiglia di sei persone proveniente da Kharkov e scappata dopo i primi bombardamenti lasciando tutto: Andrey di 55 anni, proprietario di una concessionaria di auto poi distrutta dalle bombe, sua moglie Alessandra di 40, insegnante di yoga, e i figli Marina di 16 anni, Kristina 18, Ivanna 8, Stefan 4 e un cane.
La scelta
Sono stati i primi di queste zone a essere collocati nelle Sae, moduli abitativi che erano stati utilizzati per gli sfollati dal sisma. A Kharkov sono rimasti la madre di Alessandra e il padre di Andrey. Erano arrivati venerdì scorso, grazie al contatto con la sorella di lei abitante a Gerosa di Comunanza, dopo 12 giorni di viaggio in auto, con il freddo pungente, la paura e l’angoscia addosso, attraversando anche i campi mentre erano in corso i bombardamenti, fermandosi ogni tanto per riposare. Sempre con l’aiuto della parente in Italia e tramite la Caritas, hanno trovato collocazione ad Amandola, dopo aver espletato tutti i passaggi burocratici di registrazione e i controlli medici.
L’impegno
«La Protezione civile nazionale – dice l’assessore regionale Guido Castelli – ha anche ricordato di monitorare e tenere distinte le spese derivanti dall’assistenza abitativa ai cittadini provenienti dall’Ucraina da quelle relative al “Sisma Centro Italia” mediante l’utilizzo delle contabilità speciali aperte per le due diverse finalità». Ad Amandola sono presenti anche altri 5 profughi ucraini, una signora con un figlio e un’altra con 2 figli, ospitati da 2 diverse famiglie.