Siccità e rincari, due ostacoli difficili per la campagna che soffre: «Un piano per ripartire»

Siccità e rincari, due ostacoli difficili per la campagna che soffre: «Un piano per ripartire»
Siccità e rincari, due ostacoli difficili per la campagna che soffre: «Un piano per ripartire»
di Francesco Massi
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Giovedì 30 Giugno 2022, 05:30

AMANDOLA  - Un ambiente moderno e confortevole, luminoso, comodo da raggiungere a piano terra di un palazzo storico nel cuore della città di Amandola in piazza Risorgimento, con il parcheggio davanti. La Coldiretti Ascoli-Fermo, presente da molti decenni ad Amandola, rilancia e migliora l’assetto nella zona montana con l’inaugurazione della nuova sede, per rendere più agevoli ai suoi tantissimi assistiti l’accesso ai diversi servizi che offre. Una svolta per l’associazione, un premio meritato per gli impiegati e soprattutto per gli agricoltori del territorio montano dei Sibillini.


Taglio del nastro ieri mattina con il presidente Coldiretti Ascoli-Fermo Armando Marconi, il direttore Francesco Esposito, il sindaco Adolfo Marinangeli e il vice Peppe Pochini, il presidente della sezione Coldiretti Amandola Gian Piero Basocu assieme ai colleghi delle sezioni del circondario, il segretario di zona Andrea Terziglio, gli impiegati Noemi Peretti (operatrice patronato), Valerio Di Buò (settore tecnico Caa), Gabriele Marini (area fiscale).

A benedire la nuova sede il consigliere spirituale don Luciano Montelpare. «E’ una sede che i nostri iscritti si meritano – dice Marconi- e un sintomo di rinnovamento Coldiretti».

Un cambiamento fondamentale per il territorio dei Sibillini, sottolineato anche da Pochini. «Questa sede permetterà di essere più vicini alle esigenze degli associati e incrementare il livello qualitativo dei servizi offerti alla cittadinanza», commenta Basocu. Una tradizione e un’economia agricola antica e ampia quella della zona montana, da sempre non facile per la scomodità del territorio, ma che ha visto e vede agricoltori straordinari, che hanno saputo resistere, riconvertirsi, virare verso obiettivi diversi, puntando sulle produzioni di qualità e di nicchia, sugli agriturismi, sul biologico. Ma i problemi contingenti sono pesanti, come ovunque: siccità, caro carburanti, invasione di cinghiali. «Situazioni difficili. Per la siccità – ribadisce Marconi – sono anni che chiediamo un piano invasi per poter accumulare risorse idriche quando piove e poi redistribuirle all’agricoltura. Va migliorato il sistema e la rete idrica va rinnovata». E il forte aumento dei costi dei carburanti e fertilizzanti? Sul gasolio agricolo siamo al +130%, +170% sull’acquisto di fertilizzanti, +90% il costo dei mangimi. Rincari pesantissimi.
La contingenza
«Una tempesta perfetta – dice Goffredo – e se vogliamo immaginare una traiettoria futura della nostra capacità produttiva dovremmo orientarla, a livello nazionale, sull’autosufficienza, sia nella capacità produttiva agricola utilizzando i terreni a riposo, come si sta cominciando a fare, ma anche nell’ambito della produzione energetica». Poi, da ultima ma non ultima, la fauna selvatica che da anni devasta le colture. «E’ un problema difficile - continua Goffredo – e bisogna cambiare la legge nazionale. Ovvero occorrerebbe togliere all’Ispra le autorizzazioni a poter definire quanti cinghiali abbattere e quanti preservarne. Deleghe da dare alle Regioni che possono confrontarsi con le organizzazioni di categoria che avrebbero poi più peso nelle decisioni, in base a riscontri effettivi territoriali. Ad esempio nelle aree interne potrebbe essere necessario un abbattimento più massivo, in base quindi ad esigenze mirate». In piazza Risorgimento anche alcuni stand di imprese agricole di Campagna Amica con esposizione di prodotti territoriali e alcuni moderni trattori.

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