Variante inglese, il direttore di Londra-Italia Ragni: «Niente panico, la grande fuga non c'è ma ora la Gran Bretagna è rimasta isolata»

Variante inglese, il direttore di Londra-Italia Ragni: «Niente panico, la grande fuga non c'è ma ora la Gran Bretagna è rimasta isolata»
di Simone Pierini
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Dicembre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 12:59

«No panic». È il messaggio del direttore di Londra Italia Francesco Ragni.


Che aria si respira nella City?
«Niente di così diverso da una settimana fa. C'è delusione perché dopo le misure prese a novembre per salvare il Natale ora ci troviamo in Tier 4».


Una sorta di lockdown.
«Quanto di più vicino a un lockdown. Diciamo come la zona rossa italiana anche se le regole sono sempre state interpretate in modo meno rigido».


Non avete l'autocertificazione?
«No, è contraria allo spirito britannico».


E di questa variante del virus la gente ha paura?
«No, ho letto che in Italia si parla in maniera esagerata di situazione fuori controllo, è dipinta come ci fosse il panico, ma non è così.

C'è questa novità che ha fatto scalpore ma è la solita vita in tempi di pandemia».


Dopo la festa per il vaccino, un duro colpo per Boris Johnson alle prese anche con la Brexit.
«Non lo aiuta, si era venduto bene la notizia del vaccino, anticipando tutti. Ora sta affrontando una tempesta: Covid e Brexit insieme. Oltre ai voli, con la Francia che ha bloccato i camion ora la Gran Bretagna è isolata. Si era speso politicamente con il Paese per il Natale per giustificare le chiusure di novembre e invece ora è tornato sui suoi passi».


Domenica c'è stata la grande fuga?
«Non direi, chi aveva il volo prenotato è partito, altri sono rimasti col cerino in mano, così come chi doveva rientrare. Ma non c'è stato tempo di cambiare i piani».


Ci sono passeggeri che hanno scoperto in aereo dell'obbligo di quarantena in Italia.
«Se un ministro firma un decreto di quarantena non ci sono alternative. È più scandaloso il precedente obbligo di tampone prima di partire per l'Italia».


Perché?
«In Inghilterra un tampone privatamente costa dalle 100 alle 400 sterline, i laboratori se ne sono approfittati. Una volta arrivati in Italia nessuno ha controllato che fossero stati fatti. A cosa è servito allora? Oltre al danno anche la beffa». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA