Si chiama Ivan Luca Vavassori, ha 29 anni e fa il calciatore, nel ruolo di portiere. Il suo primo nome di battesimo 'tradisce' le origini russe, anche se è italiano da quando è stato adottato da una famiglia piemontese. E all'improvviso, ha deciso di appendere i guanti da portiere al chiodo per unirsi alla resistenza ucraina. Una scelta di vita radicale, nonostante la guerra stia volgendo ampiamente a favore della Russia: «Sarà una missione suicida».
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Ivan, portiere di origini russe, nella resistenza ucraina
Ivan Luca Vavassori, 29 anni, è nato in Russia ma quando ne aveva cinque fu adottato da una famiglia piemontese.
Ivan, di origini russe ma in guerra per l'Ucraina: «Sarà una missione suicida»
Appena giunto in Ucraina, Ivan Luca Vavassori aveva iniziato a raccontare la propria esperienza con alcuni video su TikTok. Nell'ultimo filmato postato, il portiere italiano di origini russe ha spiegato di essere in costante pericolo, anche perché la Russia continua a conquistare terreno. «Questo sarà il mio ultimo video non so per quanto tempo. Se riuscirò farò avere mie notizie il prima possibile. Sperando che tutto vada bene. Qui comando un gruppo di ragazzi, mi sono conquistato questo ruolo direttamente sul campo: faccio parte della fanteria, sono un assaltatore. Ci aspetta una missione suicida: la Russia ha conquistato il 90% del Sud dell'Ucraina e il Nord è sotto i bombardamenti» - spiega Ivan - «Siamo riusciti a rubare blindati, bazooka e altre armi ai russi, poi ci siamo fermati. Non sappiamo cosa è successo, è venuto un maggiore a dirci che vuole le truppe in difensiva. Io e i miei uomini abbiamo detto che non vogliamo essere bombardati».
Ivan Luca Vavassori sembra perfettamente consapevole dei rischi ma spiega di non temerli: «Con il maggiore abbiamo deciso che attaccheremo in solitaria, senza che nessuno sappia niente. La nostra sarà una missione suicida perché abbiamo pochissime unità contro un intero esercito. Sarà un suicidio totale, ma preferiamo provare. Morire 20 anni prima o 20 anni dopo importa poco, quel che importa è morire bene. Soltanto allora inizia la vita».