Sri Lanka, il dramma di un papà: doveva scegliere quale figlio salvare, sono morti entrambi

Sri Lanka, il dramma di un papà: doveva scegliere quale figlio salvare, sono morti entrambi
Sri Lanka, il dramma di un papà: doveva scegliere quale figlio salvare, sono morti entrambi
di Domenico Zurlo
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Martedì 23 Aprile 2019, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 13:49
Gli attentati di Pasqua nello Sri Lanka hanno fatto emergere storie drammatiche, di giovani morti e famiglie duramente colpite: una in particolare, quella di Amelie e Daniel Linsey, 15 e 19 anni, due adolescenti che non sono sopravvissuti agli attacchi terroristici nella capitale Colombo. I due ragazzini erano nell’hotel Shangri-La, insieme al loro papà: dopo gli attacchi, quest’ultimo ha dovuto scegliere quale dei due figli soccorrere per tentare di salvargli la vita.

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La scelta in quel momento non è stata difficile: Matthew, 60 anni, ha portato al piano di sotto il figlio maggiore Daniel, che sembrava avere le ferite più gravi, lasciando indietro la 15enne Amelie, scrive il Daily Mirror. Dopo aver cercato di rianimare Daniel, lo ha portato in ospedale, dove è morto: poco dopo, la straziante notizia che nemmeno l’altra figlia era sopravvissuta. Le sue ferite non erano infatti di poco conto, e anche Amelie ha perso la vita.

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La famiglia Linsey si trovava nello Sri Lanka per una vacanza e sarebbero ripartiti per tornare a casa proprio il giorno seguente: al momento dell’attacco, nell’hotel era buio e sarebbe stato difficile per chiunque capire quale dei due figli feriti fosse meno grave. Dopo l’esplosione, tutti e tre erano scappati avvicinandosi agli ascensori, ma i due ragazzini avevano perso i sensi: «Mio figlio sembrava stesse peggio di mia figlia», ha raccontato al Times il 60enne.



«Una signora mi ha detto che avrebbe preso lei mia figlia, io ho portato giù Daniel e ho chiesto ai medici di salvarlo. Pensavo che Amelie stesse meglio, invece sono morti entrambi», ha raccontato. La moglie di Linsey, Angelina, e gli altri due figli - David di 21 e Ethan di 12 - non erano con loro in vacanza ma erano rimasti in Inghilterra. Tra le 310 vittime, otto venivano proprio dalla Gran Bretagna.
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